Roma, 17 settembre 2021 – “Il primo risparmio idrico in agricoltura è l’efficientamento della rete idraulica, per il quale non solo abbiamo presentato un piano di 858 interventi definitivi da inserire nel P.N.R.R., ma quotidianamente siamo impegnati attraverso la ricerca nel centro sperimentale Acqua Campus del Consorzio C.E.R., nel bolognese. La sola drastica riduzione degli apporti irrigui comporterebbe, infatti, maggiori conseguenze nella produzione di cibo come dimostra l’esperienza olandese, dove -30% nell’apporto d’acqua ha significato -40% nel raccolto”: ad evidenziarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al meeting internazionale “Water in agriculture: a better use for a better world”, organizzato dall’Accademia dei Georgofili a Firenze nell’ambito del G20 agricolo. “Sul futuro delle risorse idriche – prosegue il Presidente di ANBI – serve una strategia complessa, incentrata anche sulla realizzazione di nuovi invasi multifunzionali per la raccolta delle acque di pioggia, perché non si può dimenticare che l’Italia ha finora ricevuto ben 4 infrazioni comunitarie per la qualità delle acque reflue.”
“Di fronte non più ad un cambiamento, bensì ad una conclamata crisi climatica – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – la sfida è individuare elementi determinanti per incrementare la resilienza dei territori e, per questo, è importante, pur nel disinteresse della politica, il tema del riuso delle acque reflue, che devono però garantire assoluta salubrità e qualità a tutela dell’ eccellenza agricola italiana e della salute delle comunità. La questione idrica è un tema di interesse generale, ma lo è in particolare per la filiera agroalimentare, che segna +81% nell’export e che, per l’economia del Paese, vale 450 miliardi di euro, l’80% dei quali dipendenti dalla disponibilità d’acqua.”