PIACENZA (03 aprile 2012) – Nuova riunione l’altra mattina al Consorzio di Bonifica per analizzare ulteriormente il problema dell’emergenza siccità. Al tavolo i rappresentanti delle Istituzioni, organizzazioni professionali e organizzazioni produttori, che in accordo anche con altre realtà, come ad esempio i sindacati dei lavoratori dell’agroalimentare, hanno dato vita ad un asse trasversale che già in settimana dovrebbe aprire un confronto con la Regione Emilia – Romagna. “Questa riunione, ha detto l’assessore provinciale all’agricoltura Filippo Pozzi, assume un significato particolare, poiché per la prima volta esiste in provincia di Piacenza un asse trasversale che chiede di confrontarsi al più presto con la Regione con l’obiettivo di sbloccare la situazione. Il che significa riconoscere lo stato di crisi e mettere a punto un piano di emergenza che potrà articolarsi in diversi livelli. Innanzitutto infatti potrebbero essere attivate una serie di misure che puntino al risparmio idrico; in seconda istanza invece, si dovranno affrontare temi più difficili come la definizione del Deflusso Minimo Vitale del Trebbia (DMV) e di tutto l’impianto normativo ad esso collegato”.
“A questo proposito – interviene il presidente del Consorzio Fausto Zermani – in una situazione come quella che stiamo vivendo in cui l’acqua è poca e le previsioni non sono di piovosità significativa almeno nel breve periodo, diventa essenziale che il criterio di misurazione non imputi all’agricoltura prelievi di acqua che in realtà sono attribuibili alle perdite determinate dall’elevata permeabilità del letto del torrente Trebbia”. Circa la data in cui potrà essere fissato l’incontro con la Regione, non esistono ancora certezze, anche se secondo alcune indiscrezioni la giornata potrebbe essere quella di giovedì 5 aprile. Del resto, la presenza all’incontro dell’altra mattina delle rappresentanze delle organizzazioni produttori per i settori più significativi della nostra agricoltura – pomodoro, latte – è significativa della gravità della realtà che il nostro comparto agroalimentare sta vivendo.
“In questo momento gli agricoltori stanno effettuando i trapianti delle piantine di pomodoro e il terreno è completamente asciutto, spiega Filippo Arata presidente di Ainpo (una delle organizzazioni che riunisce la maggior parte dei produttori di pomodoro della nostra provincia). Per poter completare le operazioni, le aziende devono sostenere ingenti costi, che vanno a gravare su una redditività già minima o addirittura inesistente”.
Anche Renzo Scoglio, segretario di Flai Cgil riferisce la preoccupazione per i lavoratori legati alla filiera agroalimentare: “nella nostra provincia i posti di lavoro nel settore agricolo e in quello della trasformazione sono molti e non possiamo certo permetterci in un momento come questo che vengano messi a rischio. Quindi anche da parte nostra vi è massima allerta”.
“A questo proposito – interviene il presidente del Consorzio Fausto Zermani – in una situazione come quella che stiamo vivendo in cui l’acqua è poca e le previsioni non sono di piovosità significativa almeno nel breve periodo, diventa essenziale che il criterio di misurazione non imputi all’agricoltura prelievi di acqua che in realtà sono attribuibili alle perdite determinate dall’elevata permeabilità del letto del torrente Trebbia”. Circa la data in cui potrà essere fissato l’incontro con la Regione, non esistono ancora certezze, anche se secondo alcune indiscrezioni la giornata potrebbe essere quella di giovedì 5 aprile. Del resto, la presenza all’incontro dell’altra mattina delle rappresentanze delle organizzazioni produttori per i settori più significativi della nostra agricoltura – pomodoro, latte – è significativa della gravità della realtà che il nostro comparto agroalimentare sta vivendo.
“In questo momento gli agricoltori stanno effettuando i trapianti delle piantine di pomodoro e il terreno è completamente asciutto, spiega Filippo Arata presidente di Ainpo (una delle organizzazioni che riunisce la maggior parte dei produttori di pomodoro della nostra provincia). Per poter completare le operazioni, le aziende devono sostenere ingenti costi, che vanno a gravare su una redditività già minima o addirittura inesistente”.
Anche Renzo Scoglio, segretario di Flai Cgil riferisce la preoccupazione per i lavoratori legati alla filiera agroalimentare: “nella nostra provincia i posti di lavoro nel settore agricolo e in quello della trasformazione sono molti e non possiamo certo permetterci in un momento come questo che vengano messi a rischio. Quindi anche da parte nostra vi è massima allerta”.