Roma, 27 aprile 2021 – “Mettere al centro il territorio ed i suoi abitanti per mettere al centro gli interessi dell’ambiente e della qualità della vita”: è quanto ha indicato Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), intervenuto via web a “Ovibeja 2021”, importante appuntamento fieristico agricolo portoghese, dove sono stati protagonisti il modello e le strategie idriche dei 141 Consorzi di bonifica ed irrigazione italiani, deputati alla gestione di circa 200.000 chilometri di corsi d’acqua, lungo i quali operano oltre 800 centrali idrovore e 244 impianti fotovoltaici (produzione annua 495 milioni di kilowattora); non solo: quella risorsa idrica serve ad irrigare tre milioni e mezzo di ettari, contribuendo in maniera determinante ai 538 miliardi della produzione agroalimentare italiana, che garantisce 3.600.000 posti di lavoro. “Abbiamo scelto l’innovazione come strumento per passare dal conflitto alla condivisione sulla risorsa idrica, contemperando tutte le esigenze – ha affermato il DG di ANBI – E’ la crisi climatica ad evidenziare il valore dell’acqua e la necessità di infrastrutturare il territorio con nuovi invasi medio-piccoli per aumentare la disponibilità idrica in una logica di multifunzionalità con l’obbiettivo comune di concorrere alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica. In questo stiamo facendo la nostra parte con le rappresentanze dei vari interessi, che vanno dal potabile all’idroelettrico, alle attività produttive.” Italia e Portogallo, sono accomunati dalla medesima visione irrigua, comune ai Paesi del Sud Europa, dove la disponibilità d’acqua è un fattore produttivo, determinante per l’economia agricola. Per questo, suscita molto interesse la nuova strategia di invasi multifunzionali, promossa dall’ANBI, che già nel 2017 aveva lanciato, insieme all’allora Struttura di Missione #italiasicura, l’obbiettivo ventennale di 2000 invasi per rispondere alla crescente estremizzazione degli eventi atmosferici, aumentando la capacità di trattenere l’acqua al suolo, oggi ferma all’11% della pioggia annualmente caduta. “La velocità dei cambiamenti climatici – ha concluso Gargano – non permette più conflittualità fra i soggetti coinvolti, ma obbliga ad un loro, positivo protagonismo.”
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