REGGIO EMILIA, MODENA E MANTOVA (15 febbraio 2012) – “Troppe 5.400 alluvioni e le 11.000 frane in Italia censite negli ultimi otto decenni. Esse comportano una spesa media annua di oltre due miliardi di euro. Dopo l’allerta neve, la Pianura e l’Appennino meritano un ruolo di primo piano per lo sviluppo di uno dei primi comprensori d’Europa, lo rivendicano Comuni e Bonifiche nel marciare assieme”. Parole di Graziano Delrio, presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia, a Roma, per la presentazione del Piano per la riduzione del rischio idrogeologico Anbi 2012 e rinnovare il protocollo d’intesa tra Comuni e Bonifiche.
Con lui, anche, Marino Zani presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, “perché sono 193 le proposte che proponiamo sul nostro comprensorio tra Reggio, Modena e Mantova”.
Oltre a Delrio, a fare gli onori di casa presso la Sala convegni di Piazza Monte Citorio ha pensato Massimo Gargano, presidente dell’Associazione nazionale bonifiche miglioramenti fondiari e irrigazione (Anbi) e sono intervenuti Gianni Alemanno, sindaco di Roma, Donato Ceglie, magistrato, Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, Bernardo De Bernardinis, presidente Ispra, Vincenzo Ferrara, climatologo Enea.
Il ruolo di Bonifiche e Comuni
E’ dimostrato che i Consorzi di Bonifica operano sul 54% del territorio nazionale “dato che sale a quasi il 100% del territorio Mantovano, Reggiano e Modenese”, puntualizza Marino Zani presidente del Consorzio di Bonifica, ed ecco il significato dell’accordo tra l’associazione delle Bonifiche e quella dei Comuni. “Un’accordo – ha spiegato Massimo Gargano, presidente Anbi – che vuole “andare oltre la logica emergenziale, ma creare una costante collaborazione operativa tra Comuni e Bonifiche”. Un modello che tra Reggio, Mantova e Modena per altro già funziona. Nell’accordo le parti si impegnano “sul territorio a individuare azioni e interventi in comune” che saranno individuate da un gruppo di lavoro, così le “buone pratiche di intervento” che si metteranno in atto saranno estese anche ad altre realtà. In particolare, gli ambiti in cui Anci e Anbi lavoreranno sono: la pianificazione territoriale (per garantire la sicurezza idraulica in presenza di insediamenti civili e imprese); servizi attinenti ai rifiuti, al catasto e al sistema fognario; la regolazione delle acque, la difesa e la conservazione del suolo.
Progetti tra Reggio, Modena e Mantova
La proposta dell’Anbi, illustrata da Massimo Gargano, è in Italia di attuare 2943 interventi capaci di portare a un investimento complessivo pari a 6.812 milioni di euro, per altro capaci di generare un incremento di circa 45.000 posti di lavoro (7 per ogni milione di euro in interventi) e da svolgersi in 6.633 comuni d’Italia (l’82% dei comuni totali).
Nel dettaglio “A Modena, Reggio e Mantova – spiega Marino Zani – abbiamo proposto 193 opere per la messa in sicurezza del comprensorio, individuando mediamente tre interventi per ogni Comune, per oltre 121 milioni di euro di investimento. Se si potessero avviare questi cantieri troverebbero soluzione la messa in sicurezza dei comuni rivieraschi sul Po, importanti canali che scendono dal pedecollina, ma anche i principali impianti idrovori per lo scolo delle acque dal nostro comprensorio, comprendendo anche opere in montagna per la messa in sicurezza di rii e pendii. La situazione economia non è certo facile, ma la collaborazione con i Comuni può portare a sinergie e soluzioni nuove, mentre il tema della sicurezza idraulica è e resta oltremodo attuale”.