Vertice tra i due enti che definisce il “work in progress” a beneficio dei territori gestiti. Focus sulla Val d’Enza e le strategie per compensare il deficit idrico, tra cui l’invaso
8 Aprile 2021 – Non solo rapporti di buon vicinato ma, soprattutto, condivisione operativa di strategie comuni e condivise, progetti dotati di visione di medio e lungo periodo che interessano per lo più i territori bagnati dalle medesime acque e scambio di modalità operative per far fronte ad una stagione in cui l’irrigazione con i prelievi dal fiume Po sta già mettendo sotto stress alcune fonti di approvvigionamento destinate al comparto agricolo e alle colture tipiche del territorio, tra cui spiccano i foraggi per l’alimentazione delle bovine da latte per la produzione del Parmigiano Reggiano: i vertici del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – con il presidente Matteo Catellani ed il direttore Domenico Turazza a fare gli onori di casa – hanno ospitato la neo-eletta presidente del Consorzio della Bonifica Parmense, l’imprenditrice agricola Francesca Mantelli e il direttore Fabrizio Useri.
Focus di approfondimento immediato sulle molteplici azioni che la bonifica attua quotidianamente sulle zone collinari e montane e sui numerosi progetti che entrambi gli enti stanno concretizzando grazie ad interventi capillari volti a consolidare i versanti, soprattutto in corrispondenza della rete stradale consortile, di regimazione e pulitura delle svariate canalizzazioni. Oltre a questo, un lungo spazio del summit è stato dedicato alle opere idrauliche e alle progettazioni inserite nei percorsi di finanziamento ministeriale e comunitario che avranno il compito provvidenziale di arginare il gap idrico che oggi vede chiaramente un imponente deficit in Val d’Enza, valle reggiana che condivide con la provincia parmense ben il 40% della risorsa idrica complessiva. Tra questi progetti spicca l’invaso di grandi dimensioni ad impatto sostenibile, il recupero dei laghi Balano e Verde, la traversa di Cerezzola, il recupero e impiego dei reflui depurati dal prossimo impianto di depurazione intercomunale presso Monticelli Terme, l’individuazione di aree idonee alla produzione di energie pulite idroelettriche e la realizzazione delle opere di efficientamento sul canale Spelta (canale in territorio parmense, ma che trae la risorsa idrica dalla presa di Cerezzola sul torrente Enza).
Su quest’ultimo il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, che gestisce, insieme all’Ente parmense, il tratto di canale comune fino al partitore di Fontaneto – nel comune di San Polo d’Enza – ha progettato il riordino funzionale del nodo idraulico con l’obiettivo di una gestione più moderna attraverso l’automatizzazione di diverse paratoie sia di derivazione che di scarico: alle originarie funzioni irrigue del partitore si sono aggiunte anche quelle di nodo dal quale attingere le portate destinate alla produzione di energia rinnovabili. Se sino ad oggi dunque al nodo di Fontaneto veniva convogliata una portata massima di circa 4.000-4.200 l/sec, a breve si passerà ad una nuova portata di circa 6000 l/sec grazie alla fattiva sinergia tra i due enti che presto attiveranno la nuova centrale idroelettrica nel casello idraulico di Guardasone, sulla sponda sinistra del torrente Enza, nel Comune di Traversetolo, dotata di una turbina adatta ai bassi salti della potenza nominale di 122 kw per una portata massima di 2500 l/sec e una portata media di 1470 l/sec e che produrrà energia per circa 840 Megawattora all’anno.
A questa centralina dovrebbero aggiungersene altre due nel primo tratto del Canale d’Enza – precisamente nei Comuni di Canossa e San Polo – in grado di produrre, complessivamente, 1.200 Megawattora l’anno la cui progettazione esecutiva sta per essere elaborata dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che se ne assumerà la gestione. Si tratta di energia pulita, prodotta praticamente ad impatto “zero”, ottenuta ottimizzando un sistema irriguo già esistente: il prelievo idrico dal fiume non verrà infatti aumentato. La gestione degli impianti e le modalità di prelievo sono regolate dalle Concessioni di derivazione di acqua pubblica con finalità irrigue e idroelettriche, rilasciate da Arpae Emilia Romagna. Si è parlato inoltre della necessità di garantire il mantenimento di un flusso costante capace di assicurare la presenza di acqua anche quando il regime torrentizio non lo consentirebbe: acqua utile al mantenimento del deflusso ecologico e della biodiversità in area che sarebbe completamente arida.
Il work in progress operativo è proseguito successivamente con l’analisi della gestione idraulica degli impianti e con l’aggiornamento sui bassi livelli del Grande Fiume Po, che già in questo periodo, vista la perdurante assenza di precipitazioni, rende difficoltoso il prelievo, soprattutto presso l’impianto di Boretto (RE) e l’impianto di Foce Ongina (PR), causa il progressivo insabbiamento delle pompe cui l’Emilia Centrale, pur non avendone la diretta competenza, sta ponendo rimedio grazie all’intervento degli escavatori per dare il via definitivo all’irrigazione stagionale.