“ALLA POLITICA RICORDIAMO CHE LA SISTEMAZIONE DEL TERRITORIO RESTA LA PRIMA NECESSITA’INFRASTRUTTURALE DELL’ITALIA”
Roma, 4 febbraio 2021 – “Si mantenesse così…”: è questa l’ottimistica speranza di Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio di fronte ai dati dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che segnala i livelli idrici progressivamente allontanarsi dai limiti di allerta delle scorse settimane, pur rimanendo saldamente al di sopra delle medie e delle portate degli anni scorsi, ad eccezione del 2019, quando si registrarono localmente , in questo periodo, disastrosi eventi meteo, che causarono frane, esondazioni e valanghe. La regione più colpita fu l’Emilia-Romagna, dove scattò lo stato d’emergenza per l’esondazione del fiume Reno; altri straripamenti interessarono il Cecina (Toscana) ed il Sarno (Campania), mentre si registrarono le piene di Aniene, Serchio, Arno, Secchia ed il Po crebbe di 3 metri in sole 12 ore! Oggi quegli stessi corsi d’acqua segnalano livelli confortanti ad iniziare dall’Emilia Romagna, dove tutti i principali fiumi (Savio, Secchia, Taro, Enza e Reno) sono sopra la media del periodo; buona la condizione anche degli invasi piacentini, con Molato e Mignano, che trattengono 13,91 milioni di metri cubi d’acqua, record del recente quinquennio. Sono in calo quasi tutti i fiumi piemontesi con la portata della Sesia crollata da 408 metri cubi al secondo a circa 39, mentre restano costanti i principali corsi d’acqua (Dora di Rhemes e Savara) della vicina Valle d’Aosta (fonte: Regione Autonoma), mentre la Dora Baltea registra una portata di mc/sec 28,2 contro una media del periodo pari a solo 3 metri cubi al secondo! Anche i livelli dei grandi laghi del Nord sono in calo, pur rimanendo sopra la media, ad eccezione del Lario. Al Nord, il totale della riserva idrica, presente negli invasi artificiali e nel manto nevoso, è aumentato rispetto alla settimana scorsa (+15,7%). Rimane abbondante la neve su tutto l’arco alpino ed anche su buona parte della zona appenninica. Il parametro S.W.E. (Snow Water Equivalent) rimane prossimo ai livelli massimi e risulta superiore alla media del periodo 2006-2020 (+57.2%). In Lombardia, la portata del fiume Adda segnala la migliore performance del recente quinquennio, così come l’Adige in Veneto, dove sono ricchi di risorsa idrica anche gli alvei di Piave, Brenta e Bacchiglione. Il Po si mantiene in buona salute con un +15% sulla portata dello scorso anno. Il mese appena concluso è stato particolarmente ricco di precipitazioni diffuse sul comprensorio padano (sia neve che pioggia) con un ragguardevole +42% rispetto alla media di periodo (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po). Positivo è l’andamento fluviale anche in Toscana con Arno, Serchio e Sieve ben al di sopra delle medie di periodo. Buoni flussi idrici si registrano nei fiumi della Marche, seppur inferiori al Febbraio 2019, caratterizzato da copiosi eventi meteo. Nel Lazio, ricchi d’acqua sono i fiumi Tevere e Liri Garigliano, così come l’invaso dell’Elvella (al colmo di pieno) ed i laghi di Bracciano e Nemi. I principali fiumi della Campania (Garigliano, Volturno, Sele) registrano livelli idrometrici inferiori a quelli della settimana scorsa ma restano superiori alla media del quadriennio 2017-2020. In diminuzione sono i livelli del lago di Conza della Campania, mentre continuano a crescere, seppur di poco, gli invasi del Cilento. Infine, se gli invasi della Puglia segnano quasi 70 milioni di metri cubi d’acqua in più sul siccitoso 2020 (ma restano deficitari rispetto ad annate precedenti), è eccezionale la performance idrica in Basilicata, le cui riserve d’acqua sono cresciute, in una sola settimana, di 53 milioni di metri cubi, superando quota 418, cioè oltre 161 milioni in più rispetto a 12 mesi fa e + 16 se confrontate col 2019. “E’ una situazione, che fa ben sperare per le disponibilità idriche nei mesi a venire, guardando però con una certa preoccupazione allo sciogliersi delle cospicue quantità di neve presente sui monti – ricorda Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – L’insufficiente rete di invasi, di cui è dotato il Paese, non solo permette che una ricchezza diventi minaccia, ma impedisce di sfruttare quello, che potremmo definire, il carburante del Green New Deal!” “In questa delicata fase politica – conclude il Presidente di ANBI – ci corre l’obbligo di ricordare che, qualunque sia la soluzione di governo, la sistemazione del territorio, anche dal punto di vista idraulico, rimane la prima necessità infrastrutturale, di cui l’Italia abbisogna.”