“Pur senza il rigore scientifico della ricerca accademica, ma basandosi sulla quotidiana esperienza dei consorzi di bonifica sul territorio, l’ANBI evidenzia, da anni, la necessità di un Piano Nazionale degli Invasi, capace di trattenere l’acqua quando arriva, evitando alluvioni e creando una riserva idrica per i momenti di necessità.” E’ quanto ribadisce Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, a corollario dei Colloqui Internazionali 2011 dell’Associazione Internazionale di Climatologia, svoltisi a Rovereto e che indicano un avanzamento del clima equatoriale tanto che, entro fine secolo, è ipotizzabile che Roma abbia temperature oggi registrabili nell’Africa Settentrionale; contestualmente aumenteranno le piogge estive ed autunnali, mentre diminuiranno quelle invernali.
“Resta quindi di straordinaria e crescente attualità – prosegue Gargano – il decalogo per un uso sostenibile delle acque, redatto dall’ANBI ancora agli albori di cambiamenti climatici ormai conclamati e mirato al raggiungimento degli standard qualitativi, previsti dalla Direttiva Europea sulle Risorse Idriche.”
Le azioni proposte dall’ANBI sono:
COMPLETAMENTI – Gli impianti irrigui, solo in parte realizzati attraverso finanziamenti erogati nel passato, devono essere ultimati al fine di un loro utilizzo più razionale.
ADEGUAMENTI – Vi sono impianti irrigui, che hanno necessità di migliorare la propria funzionalità in relazione a nuove esigenze territoriali e funzionali. Vi rientrano gli interventi di manutenzione straordinaria per una più efficiente utilizzazione degli impianti.
AMMODERNAMENTI – Molti impianti irrigui realizzati da molti anni hanno necessità di essere ammodernati secondo le nuove tecnologie ed essere dotati di automazione e telecontrollo.
PIANO INVASI – E’ necessario incrementare la possibilità di conservare la risorsa idrica non solo realizzando grandi dighe, ma anche attraverso laghetti collinari, serbatoi aziendali, cave dismesse, ecc. Per aumentare la capacità di invaso, A.N.B.I. propone un primo piano di 40 interventi per un importo complessivo di circa un miliardo di euro.
UTILIZZAZIONE REFLUI – Va incentivato l’utilizzo delle acque reflue.
UTILIZZO RAZIONALE DELLA RISORSA – E’ necessario, in caso di scarsità di risorsa, utilizzare pratiche agricole per il risparmio di acqua, associate ad una scelta dei tempi (bilancio idrico) e dei modi (efficienza irrigua) di distribuzione. Si fa riferimento a tutte le tecniche capaci di limitare l’utilizzo di acqua aumentando l’accumulo nel suolo, limitando le perdite per evaporazione. La conoscenza del bilancio idrico, consente di individuare con maggiore precisione i modi, i tempi e i volumi di somministrazione, comunicandoli agli agricoltori (progetto IRRIFRAME).
CONTROLLO PRELIEVI – E’ importante monitorare i prelievi e le restituzioni in modo da avere il controllo dei volumi idrici utilizzati.
CONTEMPERAMENTO TRA DIVERSI USI – E’ di fondamentale importanza l’istituzione, in modo permanente, di “cabine di regia” a livello di bacino idrografico per gestire le eventuali situazioni di emergenza, costituendo un punto di raccordo tra tutti i soggetti interessati al fine di dirimere immediatamente i conflitti per i diversi usi della risorsa.
AZIONI FORMATIVE E INFORMATIVE – Va incentivata, nelle scuole e sui mezzi di comunicazione, la formazione e l’ informazione sull’acqua e sulle esigenze di un suo uso più razionale.
REGIME DI SUSSIDIARIETA’ – E’ necessario garantire il principio di sussidiarietà, affidando, al livello più vicino agli interessati, la gestione dell’uso collettivo delle acque, ritenendosi, tale livello, il più adatto ad assicurare l’efficacia dell’azione.
“Per contribuire a mitigare gli effetti estremi (alluvioni e siccità) dei cambiamenti climatici, i consorzi di bonifica e di irrigazione – conclude Gargano – possono svolgere un ruolo fondamentale in quanto uniche realtà, presenti in modo capillare sul territorio e che realizzano una gestione integrata della risorsa idrica e del suolo con azioni sia di tutela che di utilizzo delle acque.”