SAN MARTINO SPINO (Mirandola, Modena, 9 giugno 2011) – Tutto è pronto al Barchessone di Mirandola per l’iniziativa “Pedalando per canali” e lo spettacolo di animazione per bambini “Racconti di ponti e storielle di ombrelli”, organizzate dal Consorzio della Bonifica Burana. La biciclettata è in programma per domenica 12 giugno, con partenza alle ore 16.30 dal Barchessone Vecchio, la struttura a forma ottagonale un tempo dedicata al ricovero dei cavalli, in via Zanzur, 36/A, a San Martino Spino, Mirandola.
“‘Pedalando per canali’ – spiega Francesco Vincenzi, presidente del Consorzio della Bonifica Burana – offrirà l’occasione di visitare un’area ricca di testimonianze geomorfologiche storiche dagli aspetti naturalistici unici. Il tutto immersi nelle Valli Mirandolesi, alla scoperta delle numerose specie di uccelli, per conoscere il nostro territorio e la bonifica”. “Durante la pedalata – aggiunge il direttore generale Claudio Negrini – il personale del Consorzio racconterà la storia e il lavoro della bonifica in un luogo caratterizzato dalla presenza di zone umide e agricole. Nel tragitto sono inoltre previste alcune soste nei punti idraulicamente più rilevanti”.
Al ritorno dalla pedalata, alle ore 18.30 circa, adulti e bambini potranno assistere allo spettacolo di animazione “Racconti di ponti e storielle di ombrelli, ovvero… per l’acqua che scende e che sale c’è sempre un canale” con Lorenzo Bonazzi. Lo spettacolo narrerà di un bizzarro custode che trascina un pesante baule: il museo dell’acqua e della bonifica. Con aneddoti, curiosità e notizie storiche che coinvolgono tutti i bambini e i ragazzi, Bonazzi guiderà il pubblico in un bellissimo viaggio di scoperta dell’opera della bonifica nelle nostre terre.
Inoltre, sempre al Barchessone Vecchio, è allestita la mostra fotografica “Scatti idraulico ambientali della Bonifica Burana”.
Il percorso della pedalata
Si parte dal Barchessone Vecchio e si transita lungo la via Zanzur fino all’altezza del Fosso Scolmatore.
Quindi si costeggia il Fosso Scolmatore fino ad arrivare alla strada parallela alla via Zanzur, per poi proseguire attraversando via Valli e dirigendosi verso il Barchessone Portovecchio dove è prevista una sosta. Si ripartirà per arrivare al punto dove il canale Quarantoli sottopassa la strada. Il percorso proseguirà fino alla località Co’ di Rondine che si trova al confine tra la provincia di Modena e la provincia di Ferrara. Per ritornare al Barchessone Vecchio si percorrerà lo stesso tragitto.
LA CURIOSITA’
La storia del Barchessone e delle Valli Mirandolesi
La nascita del Barchessone Vecchio viene fatta risalire al 1824 per opera di una intuizione particolarmente geniale del fattore camerale Ercole Cantelli. Il Barchessone Vecchio fu edificato per il ricovero dei cavalli, allevati in zona già dal XV secolo ad opera dei Pico, allora Signori di Mirandola, che ottennero in questo settore risultati di grande rilievo, sia dal punto di vista della selezione che dal punto di vista economico, grazie anche alla ridotta estensione di terre coltivabili poiché allagate per gran parte dell’anno.
Il Barchessone Vecchio è una costruzione a pianta poligonale avente un diametro di circa 28 metri. Due ordini di pilastri disposti a corona intorno a quello centrale sostengono una copertura in legno a raggiera. Il pilastro centrale e la fila di colonne più interne sorreggono il piano superiore entro cui fu ricavata l’abitazione. All’interno della colonna centrale si avvolge una stretta scala a chiocciola.
Originariamente, questo era l’unico collegamento verticale tra la stalla e l’abitazione; in epoca più recente è stata costruita una scala per accedere all’abitazione del piano superiore anche dall’esterno. La pavimentazione, ricostruita come l’originale durante la ristrutturazione dell’edificio, è costituita da mattoni disposti a spina di pesce e lo stesso tipo di copertura si ritrova anche all’esterno della struttura, dove avvenivano le attività equestri.
Il piano terra del Barchessone Vecchio, ossia la stalla, fu arricchita, per l’alimentazione dei cavalli, da enormi finestroni in legno con apertura a ribaltina, apertura tuttora mantenuta. L’elemento terminale del Barchessone è rappresentato da una lanterna in muratura di mattoni poggiante sul tetto superiore.
La zona delle Valli Mirandolesi, di circa ha 2.720 circa, ricade all’interno del più ampio bacino delle Acque Basse, di circa 54.700 ettari. Attraverso il Canale Collettore di Burana, che sotto-passa il Panaro grazie alla Botte Napoleonica, le Valli scolano le acque direttamente nel Mare Adriatico. In caso di piena le acque vengono dirottate all’impianto idrovoro delle Pilastresi per essere recapitate meccanicamente in Po.
I canali principali che attraversano in direzione ovest-est, la zona delle Valli Mirandolesi sono, da sud verso nord, la Fossa Reggiana, il Cavo di Sopra, il Cavo di Sotto, il Canale Gavello e il Canale Quarantoli. Tutti i suddetti canali, ad eccezione del Canale Gavello, hanno una duplice funzione di scolo ed irrigua, perché nel periodo estivo vengono invasati per l’irrigazione dei campi e per consentire l’allagamento di circa 700 ettari di zone umide presenti all’interno delle Valli; mentre nel periodo invernale sono utilizzati per lo scolo delle acque piovane. Il Canale Gavello ha funzione esclusivamente irrigua e scorrendo sul Dosso del Gavello si trova sopraelevato ri-spetto al piano di campagna. L’acqua che nel periodo estivo scorre all’interno di questi canali proviene dal Canale Sabbioncello che viene alimentato mediante acqua di Po prelevata dall’Im-pianto Irriguo Sabbioncello.