CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE (21 maggio 2011) – “70 persone hanno dedicato una giornata del loro tempo al Consorzio per valutare nostri punti di forza e criticità: oltre al dialogo continuo con i nostri 220.000 consorziati, da questo bar camp ne traiamo importanti indicazioni”. Parole di Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che ha salutato così la conclusione dei lavori della prima iniziativa consortile di proposte a confronto aperte. Obiettivo prioritario la discussione di strategie e criticità avvenuta all’interno del meeting internazionale multidisciplinare “Il paesaggio della Bonifica. Territori, architetture, itinerari, sinergie per un patrimonio da valorizzare”.
“Vogliamo condividere di più il nostro patrimonio – ha aggiunto Zani – e la strada passa anche attraverso questo dialogo In una forma innovativa il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha ascoltato 70 persone in rappresentanza di enti, associazioni ambientaliste, imprenditoriali, agricole, guardie ecologiche, multi utility, Autorità di bacino, Università, mondo professionale e privati cittadini. Si sono ritrovati nella giornata di venerdì 20 maggio per operare il bar camp attorno a nove temi di discussione proposti”. Ed ecco, in sintesi, i principali risultati.
Sulla valorizzazione del patrimonio, Federica Cavallo, geografa dell’Università di Venezia è stata la coordinatrice del rispettivo gruppo: “Quello della Bonifica non può essere solo un patrimonio museale ma deve essere sempre più fruibile, anche attraverso percorsi, reali e virtuali, accattivanti e di diverso livello, per escursionisti, turisti e scuole. Auspicabile una segnaletica per leggere sul posto la bonifica, ma anche informazioni su web. Resta però il problema delle risorse che potrebbe essere aperto ai privati”.
Sul fronte dell’educazione: “La bonifica è presente sul territorio ed è realtà concreta, con un patrimonio di tecnici e opere che sono a supporto dell’educazione – ha detto Stefania Iori, docente -. Punto critico è la mancanza di risorse nelle scuole per poter usufruire di questa patrimonio. Auspichiamo la nascita di un ecomuseo per le scolaresche”.
Per l’utilizzo plurimo acque per agricoltura, imprese e per tutela dell’ambiente ha relazionato Lino Franzini, ricordando che questo tema lega il tema dell’utilizzo delle acque sia per l’uomo che per l’ambiente: “Possiamo utilizzare sia fonti di montagna che di Po, ora in prevalenza usate, dovremmo incentivare acque di montagna, anche per usi plurimi. Di qui la necessità di invasi a monte e a valle e l’utilizzo di acque di qualità di acque reflue”.
“Call center con numeri verdi, palmari, sms sono punti di forza che, però sono affiancati dai costi di ammortamento e manutenzione elevati. Il patrimonio oggi è ancora poco valorizzato. Proponiamo uno sportello unico semplice per gli utenti” ha spiegato l’ingegner Riccardo Braglia, per il gruppo sull’innovazione tecnologica in gestione reti e servizi.
“Chiediamo una maggiore partecipazione di un paio di incontri all’anno con i consorziati” ha spiegato Rocco Gentile della Confconsumatori di Reggio Emilia per il gruppo che ha discusso di questo tema.
Per il presidio idrogeologico in montagna “La Bonifica è ben percepita degli enti territoriali, ma con la necessità di incentivare maggiormente la presenza dei tecnici sul territorio che è molto vasto e ha problemi idrogeologici vastissimi. A volte gli interventi per la burocrazia dei finanziamenti risultano troppo lenti – ha detto Gioacchino Pedrazzoli, Wwf Reggio Emilia e Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano -. Si continui a intervenire in montagna per prevenire dissesti a valle, valutando ipotesi di invasi anche con funzione idroelettrica”.
“Telecontrollo, nuovi mezzi risparmiosi, fotovoltaico sono l’emblema di un risparmio che, però richiede fonti energetiche superiori – hanno spiegato Annalisa e Cristian Iori , dell’Autorità di Bacino del Fiume Po per il gruppo risparmio energetico ed energie rinnovabili – come l’idroelettrico o anche le biomasse di fasce tampone boscate”.
Per il tema della sicurezza idraulica “il Consorzio la garantisce sul territorio, anche in maniera innovativa e, anche se non nota, ha valore ambientale. – ha detto Alessio Ficarelli Autorià di bacino e Daniele Soncini del Comune di Correggio –. C’è necessità di programmazione condivisa e programmata con altri soggetti, condivisione del patrimonio, incentivare la comunicazione di progetti e interventi e la corresponsabilità”.
Governance delle acque e ambiente tra enti locali: “C’è bisogno di un’area vasta di condivisione delle scelte di modo che le future pianificazioni urbanistiche possano tenere conto dei risvolti idraulici. Coinvolgimento della Bonifica e partecipazione della stessa in sede pianificatoria ” ha ricordato Anna Pratissoli, tecnico della pianificazione del Comune di Reggio.

UN MODELLO DI DIALOGO INNOVATIVO
Scansani: “Dal mondo anglosassone all’Emilia. Così si dialoga e costruisce!”

REGGIO EMILIA (21 maggio 2011) – Che cosa è il bar camp, il modello attraverso il quale si sono confrontati 70 interlocutori per un giorno per parlare di Bonifica? “E’ un modello molto informale di dialogo e confronto – spiega Walter Scansani, coordinatore di Focus Lab, società specializzata in percorsi di progettazione partecipata su vari ambiti – che deriva dal mondo anglosassone: in poco tempo permette di toccare molti temi, anche complessi. Coniuga partecipazione ed efficienza”.
“Oggi abbiamo usato un metodo di lavoro informale che ha analizzato punti di forza e debolezza sulle iniziative del consorzio. Si sono individuati obiettivi di miglioramento, le modalità di realizzazione e anche il ruolo di singoli soggetti che possono contribuire a realizzare questi obiettivi. Tecnici e non tecnici con saperi diversi hanno così approfondito le sfide su nove temi. In poche ore sono uscite decine di proposte per migliorare le proprie politiche e, anche, motivo di scambio alla pari per crescere nella capacità di confrontarsi”.
“Con questo modello – ha concluso Scansani – facilitiamo focus group e workshop tra soggetti diversi, attori economici e istituzionali e di volontariato, al fine di confrontarsi e definire progetti di sviluppo locale e partnerariato con criteri di sostenibilità ambientale sociale ed economica”.