Dichiarazione di Roberto Brolli, presidente del Consorzio di Bonifica della Romagna:
"Sono ancora stampate nella memoria di tutti le gravi situazioni di allagamento dell’entroterra di Cesenatico conseguente agli eventi del 01-02-03 marzo u.s., per fronteggiare le quali in tanti, e soprattutto il personale consorziale, a cui va tutto il mio ringraziamento, si sono profusi senza risparmiarsi, lasciando le proprie case e famiglie per giorni interi, con l’unico obiettivo di cercare di contenere gli effetti del tragico evento. La loro prima preoccupazione è stata soltanto quella di occuparsi ed impegnarsi nei soccorsi.
Tale atteggiamento non sembra però essere comune a coloro che da giorni, anziché preoccuparsi di fare altrettanto nell’ambito del ruolo rivestito, sembrano impegnati soltanto a curare la propria campagna elettorale con una vana caccia alle streghe, avendo già processato e condannato al ruolo di unico responsabile dell’evento il Consorzio, quale “deputato alla pulizia delle griglie”. La questione è molto più complessa di quanto non la si voglia far credere e ben nota a tutti. Ora ritengo che invece si debba agire, con determinazione e tempestività, affinché si possa arrivare il prima possibile a terminare quel ciclo di interventi ben individuati da tempo, senza la conclusione dei quali il rischio idraulico non potrà dirsi scongiurato o, quanto meno, ridotto ad una dimensione accettabile.
Per favore ora occupiamoci del territorio e della sua gente.
Le accuse di alcuni politici volte ad addossare tutta la colpa dell’emergenza alla carente manutenzione delle opere idrauliche del Consorzio sono infondate ed offensive.
L’Amministrazione comunale, è ben consapevole che il Piano per la messa in sicurezza di Cesenatico è composto da tanti tasselli e che fino a quando tutti gli interventi non saranno ultimati, permarrà un rischio residuo per il territorio. La strada è lunga, articolata e molto costosa.
Senza ora voler ripercorrere tutta la storia che ha portato all’approvazione da parte di tutti gli enti (Regione Province, Autorità di bacino, Comuni) del piano degli interventi per messa in sicurezza del nodo idraulico di Cesenatico, rammento solo quali sono le opere previste dal piano:
1. Realizzazione by-pass con botti a sifone sul Canale di Tagliata (2 canne con portata complessiva di 90 mc/s a fronte della portata monosecolare di 180mc/s
2. risagomatura Canale di Tagliata con portata di 90 mc/s
3. Paratoia sul canale Vena, in ingresso al Porto Canale per la messa in sicurezza del centro storico
4. Adeguamento sistema difensivo della rete di monte (innalzamento argini, in particolare nei canali Venone e Madonnina)
5. Deviazione canale Madonnina verso impianto idrovoro Venarella
6. Potenziamento impianto di sollevamento di Tagliata (da 10 a 17 mc/s) e adeguamento in quota del manufatto
7. Realizzazione casse di espansione Valle Felici 1 e 2 in Comune di Cervia (sup. 110 ha):
8. Realizzazione casse di espansione Fossatone dx e Fossatone sx in Comune di Cesenatico (sup. 22 ha):
9. paratoia alla foce del canale Tagliata contro l’insabbiamento e ingressione salina da mare
10. Implementazione sistema di telecontrollo e telegestione del bacino (n. 6 impianti)
Della lunga serie di interventi solo i primi due sono stati completati ed è attualmente in corso il terzo e probabilmente occorrerà rivedere l’ordine di priorità di realizzazione.
Tutte le Amministrazioni che hanno approvato lo studio sono perfettamente consapevoli della permanenza di un rischio residuo di allagamenti fino al completamento di tutte le opere necessarie. Non si comprende quindi il perché di questa inutile caccia alle streghe, che titola sulle prime pagine dei giornali, addossando la responsabilità di un evento alluvionale di tale portata solo alla manutenzione di una griglia, peraltro effettuata tempestivamente finanche alla sua fisica rimozione.
Va infine sottolineata ancora una volta la fragilità del territorio allagatosi in corrispondenza della via Canale Bonificazione. Il Piano di bacino del 2003 indica l’area come potenzialmente allagabile, con previsione di altezze di allagamento da 50 a 150 cm, con conseguente divieto di edificazione. Il Consorzio ha più volte segnalato formalmente al Comune e alla Regione la necessità di adottare con urgenza misure specifiche per la protezione idraulica della zona di Via Canale Bonificazione, cinta dai canali Venone e Vena-Madonnina. Gli interventi per la messa in sicurezza di tale zona non sono mai stati finanziati".