Ci sono 200.000 piante autoctone nel vivaio forestale del Consorzio di bonifica montana del Gargano, pronte per essere piantumate sul più grande promontorio italiano, nella cui biodiversità è rappresentato il 30% della flora italiana.
Roma, 7 agosto 2020 – “La sicurezza idrogeologica del Paese è strettamente connessa alla manutenzione dei territori montani, dove è indispensabile creare le condizioni per la permanenza del presidio umano” ricorda Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione (ANBI), che prosegue: “Per questo guardiamo con particolare attenzione al progetto pilota Forgargano, che interessa lo sperone d’Italia.” Ha preso infatti il via, con il posizionamento di trappole a ferormoni soprattutto per gli insetti defogliatori, il progetto pilota ForGargano, finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020. Ne è soggetto capofila il Consorzio di bonifica montana del Gargano, in partenariato con l’Ente Parco Nazionale del Gargano, l’Università di Foggia (dipartimento di agraria) ed alcuni soggetti privati. L’obbiettivo del progetto, che interessa un’area fra Ischitella e Vico del Gargano, è quello di implementare sistemi e metodi innovativi per migliorare la redditività delle aziende agricole, fornendo loro gli strumenti per rendere più efficienti e remunerative le attività boschive; in tal modo verrà promossa la valorizzazione e la tutela delle risorse forestali, favorendone il mantenimento e la cura, in osservanza del Piano del Parco, delle linee di gestione delle Aree “Natura 2000” e delle linee guida per la Gestione Sostenibile delle Risorse Forestali e Pastorali nei Parchi Nazionali. In particolare, il progetto perseguirà la tutela delle specie boschive autoctone, idonee ad interventi di restauro del paesaggio; una gestione forestale sostenibile nell’ottica del ripristino e della valorizzazione dei servizi ecosistemici dei boschi; l’implementazione dei sistemi di controllo degli insetti dannosi; la valorizzazione delle biomasse forestali autoctone a fini energetici; la valutazione dei potenziali mercati capaci di valorizzare i prodotti di scarto della gestione forestale. La novità del progetto è il coinvolgimento diretto di aziende agricole, che saranno istruite sulle ricadute anche economiche di una corretta gestione del patrimonio boschivo: dalla produzione di energia per autoconsumo, alle attività turistiche fino al restauro delle foreste, utilizzando piante ed arbusti locali (roverella, cerro, faggio, pino d’Aleppo, orniello, biancospino), nonché applicando tecniche di ingegneria naturalistica con importanti ricadute sull’equilibrio idrogeologico. “Se la valorizzazione forestale fa parte degli asset di quei Consorzi di bonifica chiamati a gestire i territori alti anche in Calabria, Sicilia, Toscana, Emilia Romagna, altrettanto deve dirsi per i tanti boschi planiziali, creati da enti consortili nelle aree di pianura – commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Unitamente alle oasi naturalistiche compongono quella missione ambientale, che ha un’importante complemento nel Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, presentato da ANBI con oltre 3.800 progetti definitivi ed esecutivi, capaci di creare quasi 55.000 posti di lavoro con un investimento di circa 11 miliardi di euro.” “Il progetto Forgargano – conclude il Presidente del Consorzio di bonifica montana del Gargano, Eligio Giovan Battista Terrenzio – ben si coniuga con un’altra importante iniziativa dell’ente, ossia il progetto pilota per la valorizzazione della filiera legno-bosco-energia: sono due strumenti, che potranno sinergicamente garantire la tutela dei pregevoli ecosistemi del promontorio in un quadro di sviluppo economico, sostenibile e responsabile.”