A canali completamente invasati in piena stagione irrigua, le piogge intense di ieri hanno imposto al Consorzio Burana diverse manovre idrauliche per scongiurare il pericolo di allagamenti: la massa d’acqua che si è abbattuta è così defluita regolarmente. Continuano i monitoraggi di tecnici e guardiani dei punti sensibili del territorio e collaboriamo con i Comuni della montagna per la ricognizione dei danni.
Modena, 5 giugno 2020 – Se da un lato la pioggia era attesa, per scongiurare il pericolo siccità in un periodo di portate dei fiumi sotto la media nel Nord Italia, il timore dei tecnici del Burana che i rovesci temporaleschi attesi nella giornata di ieri si abbattessero in modo troppo repentino era alto. Ecco perché, in previsione delle forti piogge attese, erano già state attuate una serie di manovre preventive per far defluire le acque e diminuire la quota dei canali. Canali che, in questo periodo, sono generalmente invasati alla massima quota per garantire acqua per irrigare il nostro tessuto agricolo. E nella giornata di ieri, giovedì 4 giugno, di acqua nel comprensorio Burana se ne è scaricata davvero tanta, costringendolo a quello che in gergo idraulico viene definito “chiudersi dentro”, ovvero abbassare le paratoie e chiudere gli accessi dai grandi fiumi che definiscono i confini del territorio, Secchia a ovest, fiume Po a nord e Panaro a est. I 120 millimetri di pioggia caduti in Appennino e i 30/50 millimetri registrati nel bondesano sono due valori di riferimento della pioggia caduta ieri. Per il Burana si è tradotto, nella zona di Bondeno – zona di confluenza naturale di tutte le acque della bassa modenese – nello scarico per gravità dell’impianto Santa Bianca e Pilastresi, accanto allo scarico di 3-4 metri cubi al secondo del Bondeno-Palata e 4-5 metri cubi al secondo della Chiavica Foscaglia a Finale Emilia. Essendosi alzato molto il livello del fiume Panaro si sono chiusi gli accessi dal Canal Torbido e dal Canale San Pietro, la Chiavica Calori, si sono sollevate tutte le pompe degli impianti che prelevano da Panaro per irrigare (Campazzo, Bagazzano, Casoni, Picozza tra Nonantola e Ravarino). Sempre nel territorio di Nonantola sono state messe in atto diverse operazioni idrauliche per abbassare le quote di Fossa Signora e Fosso di Gà che destavano qualche preoccupazione in virtù di quote sensibilmente aumentate. Con lo stesso obiettivo di contenimento si sono attuate le opportune manovre idrauliche alla Cassa di espansione del Canale di S. Giovanni a Manzolino per salvaguardare il territorio tra Castelfranco Emilia e Persicetano. Dalla serata di ieri prosegue il monitoraggio dei tecnici per impedire allagamenti. In montagna si stanno contando i danni imputabili soprattutto a occlusioni dei corsi d’acqua dovute a materiale vegetale (tronchi, sassi, ramaglie, ecc…) caduto in alveo. In alcune situazioni siamo già al lavoro per risolvere criticità.