Le piogge straordinarie cadute nei giorni scorsi sull’Emilia Romagna (300 millimetri in 48 ore) hanno riproposto con forza il tema della fragilità idrogeologica del nostro territorio e della difesa del suolo in pianura e in montagna. “La risposta dei Consorzi di bonifica è stata immediata ed efficace, il sistema nel suo complesso ha retto – dice Massimiliano Pederzoli, vicepresidente Urber. “Spesso c’è riluttanza a considerare l’importanza della gestione quotidiana del sistema di bonifica perché manca a tutti i livelli una cultura della prevenzione del rischio. Per proteggere il territorio non basta l’esistenza del sistema delle opere di bonifica, che per fortuna in Emilia Romagna c’è ed è imponente, bisogna anche saperlo far funzionare tutti i giorni e soprattutto durante le piene. Servono quindi capacità tecniche, consolidata esperienza e risorse”.
Pederzoli
La situazione più critica in regione si è verificata nel Piacentino dove comunque – sottolinea Pederzoli – “il locale Consorzio ha messo in opera tutta la sua capacità organizzativa di risposta all’emergenza, se si considera che la Diga del Molato ha invasato in poche ore 1,5 milioni di metri cubi d’acqua e le portate di ingresso nella diga di Mignano hanno raggiunto i 135 mc/secondo. Il reinvaso del Mignano ha permesso uno stoccaggio di 4 milioni di mc, evitando l’esondazione del torrente. Inoltre per la prima volta si è riempita la cassa di espansione del Riello evitando allagamenti alla città di Piacenza”.
Danni e disagi si sono verificati soprattutto per le esondazioni provocate dalla tracimazione del reticolo idraulico interconnesso alla rete di bonifica, per la cui manutenzione mancano risorse. “Da tempo chiediamo – aggiunge Pederzoli – che anche questa rete venga affidata alla gestione dei Consorzi di bonifica”.
L’urbanizzazione crescente, lo spopolamento delle aree montane, i cambiamenti climatici accentuano il rischio idraulico in montagna e in pianura e rendono il territorio regionale sempre più fragile: i Consorzi di bonifica sono tra i pochi enti che – sia pure con risorse limitate – ogni anno investono con certezza nella difesa del territorio. “A questo serve il contributo di bonifica, che alcuni giudicano un balzello iniquo. Serve invece a garantire la manutenzione del territorio; un lavoro oscuro ma prezioso che richiede professionalità specifiche, mezzi d’opera e capacità organizzative. L’intervento competente del personale consortile, giorno e notte a fianco della Protezione civile e dei gruppi di volontariato, ha scongiurato il peggio anche durante l’emergenza dei giorni scorsi”, conclude Pederzoli.