PIACENZA – Il Consorzio di bonifica di Piacenza sta operando ininterrottamente dalla serata di sabato 30 ottobre per assicurare lo sgrondo delle acque meteoriche cadute abbondantemente a seguito del passaggio di due ravvicinate perturbazioni meteorologiche; pioggia che ha interessato, in particolare, il territorio della pianura e della bassa collina della provincia di Piacenza i cui terreni erano già saturi di acqua, per le piogge di fine ottobre.
Le opere di bonifica e cioè i canali artificiali che si sviluppano per oltre duemila chilometri, gli impianti idrovori di Casino Boschi in comune di Sarmato, di Finarda e di Armalunga in comune di Piacenza e di Zerbio e Fossadello in comune di Caorso stanno continuando ad allontanare dal territorio, seppur al limite delle loro capacità, le acque di pioggia non più assorbili dai terreni ormai saturi. Anche la cassa di espansione del colatore Riello è entrata in funzione convogliando nelle vasche le portate eccedenti evitando che tali portate esondando, come peraltro già accaduto in più occasioni, allagassero alcuni quartieri di Piacenza.
Per quanto riguarda il territorio di collina e pianura della Val Tidone, il Presidente Zermani sottolinea che il torrente Tidone, a valle della diga del Molato, sta beneficiando della regolazione delle portate erogate dallo sbarramento artificiale. Sottolinea che alla diga, dall’inizio delle perturbazioni meteorologiche (domenica) e sino ad oggi, sono caduti circa 140 mm di pioggia, che hanno determinato una portata massima in ingresso lago pari a circa 50 mc/sec. Il Consorzio al fine di evitare possibili esondazioni nel tratto di torrente a valle della traversa del Lentino, punto in cui confluiscono anche le acque del torrente Tidoncello, ha regolato le portate in uscita dalla diga manovrando gli scarichi di fondo e mezzofondo lasciando defluire una portata di circa 20 mc/sec e, conseguentemente invasando nel lago artificiale oltre 1,5 milioni di mc.
Analoga condizione, anche se più consistente per la maggiore quantità di acqua caduta, circa 160 mm, rispetto alla Val Tidone, si è verificata anche nella val d’Arda dove alla diga di Mignano si sono registrate portate in ingresso lago che hanno raggiunto i 135 mc/sec. La regolazione della diga di Mignano da parte del Consorzio di bonifica ha determinato un reinvaso del lago artificiale di circa 4 milioni di mc ed una erogazione a valle non superiore a 30 mc/sec. Tale contenimento delle portate a valle della diga di Mignano ha evitato l’esondazione del torrente e, conseguentemente limitato i disagi ai comuni rivieraschi dell’Arda.
Il Presidente Zermani relativamente alla città di Piacenza e al territorio circostante rammenta nuovamente che per la piena del fiume Po le pompe dell’impianto idrovoro di Armalunga sono in funzione già da due giorni, e quelle dell’impianto idrovoro della Finarda, sono in funzione a pieno regime e sollevano oltre il livello di piena del fiume Po allontanandole, le portate dei canali di bonifica sottesi ai canali Diversivi di Est e di Ovest (canale della Fame).
I Diversivi, sottolinea il Presidente Zermani costituiscono un efficace presidio del territorio che sta a valle di tali canali e continuano ad allontanare rispettivamente nel Nure e nel Trebbia 27 e 54 mc/ sec.
“Stavolta il maltempo colpisce il Nord Italia e, per l’ennesima volta, siamo a contare i danni. Da molte ore i tecnici del Consorzio di Bonifica sono impegnati, assieme alle altre realtà operanti sul territorio, a contenere le conseguenze di una situazione di grave crisi idrogeologica; l’Italia non può permettersi di operare perennemente in emergenza. E’ necessario quindi investire nella prevenzione.” A dichiararlo è Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, che, insieme all’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni) ancora nello scorso febbraio, presentò un Piano Pluriennale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, che prevede 1.365 interventi, perlopiù immediatamente cantierabili in tutte le regioni italiane, per un investimento complessivo di 4.183 milioni di euro da reperire anche attraverso una proiezione quindicennale dell’impegno di spesa, che potrebbe realizzarsi mediante mutui.
Conclude Zermani: “Siamo tutt’ora in attesa di un cenno di disponibilità da parte del Ministero dell’Ambiente. Noi continueremo a fare la nostra parte, ma ci appelliamo a Governo e Regioni, affinché si dia vita ad un programma di azioni concrete in grado di ridurre il sempre più grave rischio idrogeologico dando così alle comunità ed al territorio, quella sicurezza, elemento indispensabile allo sviluppo della vita sociale ed economica.”