<L’agricoltura, più di altri settori, ha razionalizzato l’uso della risorsa idrica, il cui fabbisogno annuo è sceso da 28 miliardi di metri cubi a 21, pur essendo aumentata la superficie irrigata. Ciò è dovuto sia al sistema di gestione degli impianti, affidato agli utenti attraverso i consorzi di bonifica in adesione al principio di sussidiarietà, sia all’applicazione di tecnologie innovative per l’utilizzo delle acque, come Irrinet. Va comunque ribadito il fondamentale beneficio che l’irrigazione apporta all’ambiente, grazie al rimpinguamento delle falde.> E’ quanto afferma Anna Maria Martuccelli, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, intervenendo nel dibattito sul futuro della gestione idrica nel nostro Paese. <Uno dei problemi di fondo – prosegue – riguarda l’ applicazione della Direttiva Europea sulle Acque in tutti i suoi contenuti, il più complesso dei quali è l’analisi economica, che deve essere effettuata nei Piani di Gestione delle Acque da coordinare con le normative italiane. La Direttiva Europea impone per i piani di gestione il riferimento al Distretto Idrografico. I problemi vanno quindi esaminati con riguardo ad un ambito territoriale costituito dai distretti idrografici. Per quanto concerne l’analisi economica, la Direttiva detta, fra l’altro, il principio “chi inquina paga” per cui di tale elemento occorre tener conto nell’individuare i soggetti chiamati a concorrere nel costo del servizio.>

Con riferimento alla situazione italiana del patrimonio idrico, Martuccelli precisa che occorre tener presente la disponibilità delle risorse idriche secondo gli usi. Ad esempio, a causa della variabilità climatica, per il settore agricolo l’acqua non è sempre disponibile per le coltivazioni, al momento in cui le piante ne hanno bisogno. L’irrigazione per l’Italia è una dominante esigenza strutturale; occorre quindi provvedere alla raccolta di tutte le acque disponibili. E’ un errore, infatti, non programmare un “Piano di Invasi”, così come preoccupano i ritardi nel riavvio del Piano Irriguo Nazionale, mentre si registra scarsa sensibilità per un Piano di manutenzione straordinaria degli impianti, indispensabile per l’efficienza dei sistemi idrici.

<Non a caso – conclude il Direttore Generale A.N.B.I. – già Cattaneo affermava che la civiltà di un popolo si misura da come vengono mantenute le opere pubbliche.>