Finora si sono riuscite a soddisfare le richieste di 135 aziende agricole per una superficie bagnata complessiva di oltre 1.000 ettari
Lugo, 27 febbraio 2020 – Come è ormai triste abitudine, anche il 2020 è partito all’insegna dell’anomalia climatica, particolarmente accentuata nell’Italia centro-settentrionale e l’area della Romagna Occidentale non ne è stata esente. L’effetto combinato di temperature straordinariamente elevate e totale assenza di precipitazioni non poteva che ripercuotersi sulle produzioni agricole, sia per l’anticipo delle fioriture, sia per la necessità di compensare il mancato apporto della pioggia con un adeguato approvvigionamento idrico. Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale è quindi già intervenuto nell’attività di fornitura di acqua per l’irrigazione delle colture agricole, attraverso la rete distributiva in pressione e l’alimentazione dei vettori irrigui a cielo aperto. Ad avere maggiore necessità di approvvigionamento idrico in questi mesi è il distretto di pianura, in dove sono pervenute numerose richieste da parte di aziende che prevalentemente coltivano il bietolotto (ma anche altre orticole da seme e cipolle). Nelle sole province di Ravenna, Bologna, Ferrara e Forlì-Cesena la superficie di terreno agricolo in cui si pratica questa coltura è di 6.500 ettari, dato che rappresenta il 90% della produzione nazionale e il 50% di quello europeo. Minori problematiche si sono registrate nell’area collinare, dove comunque è stato necessario sostenere i nuovi impianti frutticoli con l’acqua degli invasi/laghetti artificiali. Il lavoro del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale si è dimostrato molto impegnativo, in quanto svolto in condizioni critiche al di fuori dell’ordinaria stagione irrigua che, di norma, va da metà marzo a fine ottobre. Tale periodicità è determinata dalla funzionalità del CER – Canale Emiliano Romagnolo, la più lunga asta irrigua italiana (133 chilometri da Selvatonica di Bondeno, in provincia di Ferrara, a Rimini), che costituisce la quasi esclusiva fonte di approvvigionamento idrico delle reti irrigue di questo territorio. Per tale motivo, il Consorzio della Romagna Occidentale si è innanzitutto organizzato per attivare i propri sistemi irrigui tramite fonti alternative a quelle del CER. Sin dai primi giorni di febbraio l’ente ha avviato un servizio di messaggistica per chiedere alle aziende agricole potenzialmente interessate di segnalare eventuali esigenze di irrigazione anticipata. Questo ha consentito di avere un quadro conoscitivo completo, estremamente utile per poter programmare tutte le complesse operazioni necessarie per l’attivazione dei vari sistemi irrigui, assicurando nel contempo una distribuzione efficiente. Ciò ha comportato anche l’istituzione anticipata di un servizio di reperibilità irrigua a partire dal 7 febbraio. È stato inoltre necessario effettuare prestazioni di lavoro straordinario per vigilare costantemente sul corretto funzionamento delle opere e per intervenire tempestivamente sulle criticità rilevate. A partire dalla metà di febbraio è stato così possibile alimentare canali vettorie reti distributive in pressione a beneficio delle aziende agricole che avevano avanzato richiesta di irrigazione anticipata. Si è utilizzata a tale scopo anche l’acqua precedentemente invasata nei bacini di accumulo delle centrali di pompaggio e nell’asta del CER prima dell’interruzione del funzionamento del canale. Finora si sono riuscite a soddisfare le richieste di 135 aziende agricole per una superficie bagnata complessiva di oltre 1.000 ettari. In questi ultimi giorni, poi, in anticipo rispetto alla data programmata, è ripartito anche l’esercizio ordinario del CER, il che fornisce maggiori garanzie sulla disponibilità d’acqua per le produzioni agricole. Il CER ha, infatti, attivato tutti i suoi impianti di sollevamento idraulico, portando a livelli “quasi estivi”, le quote di risorsa idrica presenti all’interno dell’alveo, che serve tutto il comparto agricolo di Romagna e parte dell’Emilia Orientale. Quest’anno le manutenzioni invernali sono state notevolmente impattanti sulla funzionalità dell’asta irrigua: oltre agli ordinari controlli di sicurezza sulle elettropompe, è stato ricostruito integralmente un tratto di rivestimento lungo circa 1 chilometro. Tecnicamente la manutenzione invernale, realizzata quest’anno e che proseguirà per altri cinque, impedisce il prelievo delle acque dal fiume Po, che a sua volta in questi giorni sta registrando livelli idrometrici inferiori alla media stagionale nelle 5 stazioni: Piacenza 0,22 metri, Cremona -6,05 metri, Boretto -1,85 metri, Borgoforte -0,92 metri, Pontelagoscuro -4,65 metri (dati del 19-20 febbraio). «Visto che ci troviamo e ci troveremo sempre più di frequente ad avere a che fare che le anomalie del clima, è auspicabile quanto prima la realizzazione di un piano nazionale invasi, da anni richiesto dall’ANBI – Alberto Asioli, Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale – Spero, inoltre, che venga convocata con urgenza la cabina di regia da parte dell’AIPo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, per programmare e controllare l’utilizzo dell’acqua del Po, attualmente ad appannaggio delle regioni a Nord del fiume». Conclude Asioli: «Occorre anche riprendere a finanziare le opere irrigue ed è necessario promuovere sempre di più un’agricoltura di precisione che consenta un uso attento e parsimonioso dell’importante risorsa acqua attraverso le più efficienti tecniche irrigue».