REGGIO EMILIA- In Emilia c’è una fascia di comuni pedecollinari che, quando piove, è a rischio idraulico: le estese  urbanizzazioni e l’abbandono delle infrastrutture idriche minori ha peggiorato le capacità di deflusso idrico del territorio. Ora c’è la soluzione proposta dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e condivisa dal Comune di Quattro Castella, (dominio della famosa dinastia dei Canossa), che nei giorni scorsi ha approvato un programma di opere coerenti col suddetto piano. Il piano della manutenzione fa parte di uno studio sul rischio idrogeologico del territorio comunale, elaborato in accordo fra
Regione, Provincia, Comune, Enìa e, appunto, Consorzio di Bonifica.
"Il piano di manutenzione idraulica – precisa Andrea Tagliavini, sindaco di
Quattro Castella – è importante poiché consente di programmare gli
interventi sulla base della loro priorità: si interviene non per far fronte
alle emergenze ma per prevenirle".


"Nel passato questo territorio antropizzato lo si difendeva dalle alluvioni
con le pratiche patrimonio della civiltà contadina – spiega Marino Zani,
presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – oggi, siamo
chiamati a lavorare anche con modellazioni matematiche e, come in questo
caso, con un vero e proprio studio del rischio idraulico durato un anno
intero".
Una cerniera, quella del pedecollina, caratterizzata da una presenza
residenziale diffusa di abitazioni e, anche, di elevato pregio ambientale.
"Ecco – quindi, spiega Zani – l’importanza di un Piano con indicazioni
progettuali e quella di un programma con interventi del valore di 65.000
euro già nel 2010 per la manutenzione idraulica del territorio".
"Alla base del piano – entra nel dettaglio il dirigente consortile Raffaele
Monica – abbiamo svolto la lettura della morfologia della rete idrografica,
dalla quale emergono le scelte per ottimizzare con la manutenzione le
infrastrutture esistenti: attraverso la manutenzione, infatti, il rischio
idraulico spesso può diminuire in maniera significativa, senza realizzare
nuove costose opere."
Come mai avete scelto di far elaborare il progetto alla Bonifica?
"Il Comune di Quattro Castella – risponde il sindaco Tagliavini – ha
instaurato un proficuo rapporto di collaborazione con la Bonifica già dal
2000. Per dieci anni si è operato per prevenire allagamenti e dissesto
idraulico attraverso interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Nel 2010 questo percorso si è evoluto grazie alle conoscenze acquisite con
lo studio sul rischio idrogeologico e si è predisposto un piano che aumenta
e razionalizza l’utilizzo delle risorse. Da un lato serviva la conoscenza
del territorio e la competenza del Consorzio di Bonifica, dall’altro ci
siamo rivolti anche ai tecnici degli enti locali ed ai soggetti pubblici e
privati che si occupano di regimazione delle acque superficiali affinchè
tutti gli interventi fossero nella stessa direzione".
"Il Piano scaturisce dal rinnovo dell’accordo di collaborazione col
Consorzio di Bonifica – gli fa eco Alessandra Rompianesi, assessore del
Comune di Quattro Castella -. E, ora, c’è maggiore consapevolezza anche tra
i cittadini della necessità di prevenire il dissesto del territorio dandosi
le opportune priorità"

CURIOSITA’
Il canale: a volte alberato, altre no. Perché.

Come si gestiscono i rii e i canali di deflusso idrico-scolante nei
territori di alta pinaura ?: "Se i canali sono arginati o addirittura
sopraelevati rispetto al terreno, occorre mantenere sotto controllo lo stato
vegetativo dell’alveo – spiega l’ingegner Raffaele Monica – : a parità di
portata i livelli idrici saranno più contenuti, riducendo il rischio di
tracimazione". "Al contrario se i rii sono fortemente incisi è conveniente
lasciare sviluppare la vegetazione per rallentare la velocità di deflusso e
‘trattenere’ la piena per avere minori tiranti idrici al colmo nei territori
di valle".
E per gestire le piene?
La piena non è gestibile con la regolazione delle chiaviche come in bassa
pianura; qui occorre prevenire mettendo in atto anticipatamente attività
virtuose per ridurre gli effetti a parità di piovosità; ad esempio sempre
per trattenere la piena conviene costruire per lunghi tratti del corso
d’acqua, piccole briglie (di legname) in sequenza, un’attività di ingegneria
naturalistica che comporta un costo esiguo ed una notevole efficacia".
A volte i vegetali invadono gli alvei.
"Sì. E’ per questo che nei corsi d’acqua posti a monte dei centri abitati è
anche necessario rimuovere le essenze morte e quelle a rischio di schianto.
Tale operazione viene effettuata costruendo briglie selettive (giganteschi
pettini a rovescio) allo scopo di trattenere il materiale galleggiante che
spesso va ad ostruire ponti e tubazioni di valle con immaginabili
conseguenze".