CAMPOGALLIANO – "Proponiamo agli agricoltori e alla collettività una soluzione innovativa a livello nazionale per il migliore utilizzo della risorsa idrica. Un progetto grazie al quale risparmieremo sino a 20 milioni di metri cubi d’acqua prelevata da Po". A parlare è Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che presenta oggi a Campogalliano l’innovativo progetto "Secchia Blue Stream: acqua in pressione per la pianura modenese". Siamo in un territorio ai vertici italiani per la produzione frutticola: dalla Pera Emiliano-Romagnola Igp, alle pesche, albicocche, mele, susine, sino ai kaki.
"L’utilizzo plurimo delle acque (per più utenti, non solo agricoli) e il
costo dell’energia per utilizzarle – spiega Vito Fiordaligi, direttore
dell’ente consortile – ci impongono una rigorosa razionalizzazione delle
stesse, anche nel rispetto dei fiumi. Certo, è noto che l’irrigazione
costituisce il principale utilizzo delle risorse idriche. Nostro compito,
allora, è trovare soluzioni tecnologiche in grado, da un lato, di migliorare
l’efficienza del sistema di distribuzione, dall’altro di garantirne la
qualità dell’acqua adeguata all’utilizzo a cui è destinata. Secchia Blue
Stream va in questa direzione".
Ed ecco la soluzione innovativa proposta dal Consorzio di Bonifica già allo
stadio di progetto preliminare: "Dal fiume Po e dal Secchia (dove si preleva
acqua per i terreni rurali della pianura modenese, reggiana e mantovana) –
spiega la dirigente Paola Zanetti – intendiamo far partire un impianto
acquedottistico in pressione. Le aziende frutticole riceveranno, così, acqua
già in pressione e, pertanto, non avranno più bisogno di motopompe per il
loro sollevamento, con un sensibile contenimento energetico per il sistema:
si risparmieranno 350.000 litri di gasolio oggi utilizzato dai trattori,
corrispondenti alla mancata emissione di 380 tonnellate equivalenti di
petrolio e 2.400 tonnellate di CO2. L’irrigazione a goccia che eseguono le
aziende consente, già ora, notevoli risparmi di quantità di acqua. E
d’inverno un impianto realizzato sulla condotta di adduzione delle acque dal
Fiume Secchia, consentirà di produrre energia elettrica, per a 7.0000.000
KWh/anno, che corrispondono a circa 1.750 tonnellate equivalenti di petrolio
e circa 4.960 tonnellate di CO2".
"Oltre a questi vantaggi che si potranno realizzare con la realizzazione di
questo progetto – conclude Marino Zani – si conterranno i costi di gestione
del sistema irriguo nel suo complesso (160.000 KWh di energia risparmiati
dagli impianti di sollevamento), migliore sarà la qualità delle acque
distribuite, mentre si potrà estendere l’utilizzo delle acque superficiali
anche in quelle zone ora servite da prelievi da falde sotterranee".
Foto Arlotti: traversa di Castellarano