E’ stato inaugurato lo scorso 13 maggio, in via del Condotto a Imola, l’impianto “Selice-Santerno” per la distribuzione plurima delle acque del Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.), realizzato dal Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale insieme al Consorzio di II grado per il C.E.R.. L’impianto, costato 13,6 milioni di euro, è stato finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dal Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale e dalle aziende agricole aderenti al progetto. Erano presenti: il presidente del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale Alberto Asioli, l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Tiberio Rabboni, l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Bologna Gabriella Montera, il sindaco di Imola Daniele Manca, il sindaco di Mordano Stefano Golini, il presidente del Nuovo Circondario Imolese Franco Lorenzi e il presidente del Consorzio di II grado per il Canale Emiliano Romagnolo Massimiliano Pederzoli.
Le prime opere di distribuzione in pressione dell’acqua del C.E.R. risalgono agli anni Settanta, quando furono costruiti gli impianti “Selice” e “Tarabina” – che servono un territorio di bassa pianura a valle del canale, nei Comuni di Conselice e Argenta – e l’impianto “Mandriole” nei pressi dell’omonima località del Comune di Ravenna. Successivamente, la progettazione irrigua del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale si è sviluppata nella parte di comprensorio posta a monte del C.E.R., con la realizzazione dei distretti irrigui serviti dagli impianti “Selice-Santerno”, “Santerno-Senio” e “Senio-Lamone”.
Le opere inaugurate sono il completamento dell’impianto “Selice-Santerno”, che aveva visto una prima realizzazione negli anni scorsi con la costruzione della centrale “Mordano-Bubano” con la relativa rete di distribuzione. L’impianto sarà a servizio della pianura imolese, un territorio che per gli effetti dei mutamenti climatici degli ultimi anni ha vissuto momenti di emergenza idrica. Si è infatti riscontrato un impoverimento complessivo delle risorse idriche che ormai scarseggiano non solo per gli usi produttivi, ma anche per quelli civili. In questo contesto di cronica carenza di risorse idriche, il C.E.R. – opera idraulica di rilevanza nazionale che, da Bondeno nel ferrarese, porta l’acqua del Po fino al territorio bolognese e romagnolo – rappresenta una grande opportunità, perché ha una fonte di alimentazione esterna al bacino idrografico romagnolo. Inoltre, si tratta di acqua di superficie, il cui utilizzo può rimpiazzare efficacemente i prelievi da falda sotterranea, che, come noto, contribuiscono ad aggravare il fenomeno della subsidenza. Tutte queste considerazioni hanno spinto il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale e la Regione Emilia-Romagna a cercare canali di finanziamento di opere di distribuzione dell’acqua del C.E.R.. Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha così stanziato un finanziamento di 18.500.000 euro (Finanziaria 2003); a questi importi si sono aggiunti i contributi finanziari del Consorzio e delle aziende agricole aderenti al progetto, che, in relazione al notevole incremento di valore fondiario derivante dalle opere, si sono impegnate a sostenere un costo di 258 euro per ogni ettaro di corpo aziendale servito più 258 euro per ogni idrante installato. Soltanto le aziende che hanno assunto tale impegno sono servite dagli idranti. Le opere sono state comunque dimensionate per servire tutte le aziende ricadenti nel bacino d’utenza potenziale, comprese quelle non ancora aderenti, che potranno in futuro allacciarsi ai rami di distribuzione già realizzati con costi a loro carico. Il contributo dei cofinanziatori, pari complessivamente a 1.189.603,52 euro, ha consentito di raggiungere l’importo totale di progetto di 19.689.603,52 euro. Grazie alle economie conseguite in fase di aggiudicazione, il costo complessivo delle opere a consuntivo è stato di 13.573.042,55 euro. Siamo, quindi, di fronte a un caso in cui il costo di un’importante opera pubblica non lievita rispetto alle previsioni di progetto, ma fa registrare, al contrario, una sensibile riduzione. Le opere sono state concepite dal Consorzio ispirandosi a due principi fondamentali: la qualità di una produzione agricola che necessita dell’acqua per tutelare la propria tipicità e il risparmio perseguito attraverso l’azzeramento delle perdite e la misurazione dei singoli consumi. L’impianto è costituito da una centrale di pompaggio realizzata in aggiunta a quella preesistente, da un invaso di accumulo e da una rete di condotte tubate, in ghisa sferoidale e polietilene a seconda dei diametri. La distribuzione alle ditte, circa 430 per un bacino complessivo di utenza di 2.400 ettari, avviene a una pressione di almeno 4 atmosfere. Sommando il nuovo distretto irriguo a quello realizzato in precedenza, si raggiunge una superficie catastale dominata dall’impianto di 3.014 ettari, corrispondente a una superficie territoriale di circa 4.000 ettari. La rilevanza strategica del progetto non è limitata al settore agricolo; l’opera ha valenza plurima ed è in grado di alimentare, oltre alle condotte irrigue, anche reti acquedottistiche industriali a servizio dei distretti produttivi imolesi e reti di acque grezze a usi civili, ad esempio per l’irrigazione di aree verdi e il lavaggio di strade.
Per ulteriori informazioni sull’attività del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale: www.bonificalugo.it.