Modena, 11 ottobre 2019 – Sono iniziate le del Consorzio Burana: lentamente verranno fatte defluire le acque dai canali che si preparano ad accogliere le precipitazioni autunno-invernali. Senza perdere di vista la fauna ittica. Sono due le grandi manovre che interessano i 2.200 chilometri di canali del Burana ogni anno: l’invaso a primavera – in pratica riempire i canali per l’irrigazione – e lo svaso in autunno, ovvero scaricare le acque facendole defluire per affrontare lo scolo. Le manovre sono lente perché il territorio in cui viviamo ha pendenze quasi nulle, ma anche per preservare gli ecosistemi, in modo particolare per favorire il trasferimento della fauna ittica nelle zone con presenza di acqua come previsto dalle convenzioni siglate dal Consorzio Burana con l’Associazione Pesca e Attività Subacquee Sezione di Modena Onlus e l’Arcipesca Fisa Comitato Provinciale di Ferrara. Il Presidente del Burana Francesco Vincenzi spiega: “Il fatto di vivere in un territorio caratterizzato da un clima subcontinentale, comporta forti alternanze stagionali ed escursioni termiche da un periodo all’altro dell’anno. La stagione irrigua negli anni si è allungata sempre più sia per sostenere le coltivazioni in serra, e la nostra fiorente economia agricola, specializzata sia in coltivazione che in produzioni zootecniche. Il nostro agro-alimentare è basato su foraggere, cereali, arboree, orticole, ecc. diversi produzioni tipiche, un’importante viticoltura e tanti prodotti di pregio D.O.P e I.G.P., tutti dipendenti dall’irrigazione, purtroppo con picchi di siccità anche in periodi insoliti che complicano il nostro operato. ”Aggiunge il Direttore generale, l’Ing. Cinalberto Bertozzi: “È la natura promiscua dei nostri canali ad imporre lo svaso e il reinvaso ogni anno, anche perché viviamo in una zona ad alto rischio idraulico. Lo stesso territorio del Burana è estremamente vario, considerando che andiamo dai 1.388 metri sul livello del mare dell’Abetone ai 13 m.s.l.m di Bondeno. Per quanto riguarda la stagione irrigua appena conclusa, abbiamo registrato grande variabilità. Se in maggio abbiamo potuto attivare le idrovore per pompaggi decisamente inferiori al nostro storico, grazie all’insolita piovosità registrata, il solo impianto Pilastresi in giugno ha prelevato 10 milioni di metri cubi di acqua in più rispetto al 2018, per poi tornare a registrare un aumento della piovosità a luglio e dati in linea con le tendenze annuali in agosto. Insomma, è stata un’estate molto altalenante dimostrando come sia sempre più complesso fare previsioni a medio e lungo termine; il coefficiente di difficoltà è dato proprio dalle forti oscillazioni interne al periodo. Nel complesso, comunque, il sistema Pilastresi – a beneficio del territorio di Ferrara – ha derivato un 20% in meno rispetto al 2018 (con i suoi 110 milioni di mc totali da marzo a settembre), mentre Sabbioncello, l’altro nostro grande vettore irriguo che fornisce acqua ai terreni agricoli della bassa pianura fino a Modena, ha registrato un +2% (114 milioni di mc).Un’altra importante fonte di approvvigionamento della risorsa irrigua è quella che proviene dal CER al servizio delle zone agricole del bolognese”.