REGGIO EMILIA – "19,6 milioni di euro per Reggio è un dato
importantissimo e ai vertici del panorama regionale, riprova di un ottimo
lavoro da parte dell’Associazione nazionale delle bonifiche (Anbi), del
sistema Regione e dei Consorzi di Bonifica. Questi lavori infatti
miglioreranno sensibilmente la nostra rete irrigua e, di riflesso, la
sicurezza territoriale e anche l’ambiente". Parole di Marino Zani,
presidente del Conrozio di Bonifica dell’Emilia Centrale nel presentare il
finanziamento di ben tre opere reggiano-modenesi, ma anche a servizio del
mantovano, finanziate dal Piano irriguo nazionale.
Una soluzione auspicata, perché già nel 2006 il Cipe approvava su
indicazione delle Regioni un programma di opere irrigue d’interesse
nazionale, comprendente, per l’Emilia-Romagna, un "pacchetto" di 16
interventi per un importo complessivo di 123 milioni di euro, però non
finanziate nel bilancio dello Stato, così come nella Finanziaria 2008 (91
milioni di richieste per l’Emilia-Romagna).
"Il Ministero delle politiche agricole ha prospettato, a gennaio, alle
Regioni la possibilità di un finanziamento parziale del piano irriguo, a
partire dal 2011, attraverso la contrazione di un mutuo di 15 anni a carico
dello Stato. Per le regioni del Nord sono stati messi a disposizione 418,5
milioni di euro, di cui circa 77 per la regione Emilia Romagna e ben 19,6
per tre grandi opere a favore del territorio reggiano, modenese e
mantovano".
La Regione Emilia Romagna ha già trasmesso le proprie proposte aggiornate al
Ministero, restando comunque all’interno dei progetti di cui al "pacchetto"
2006.
Vito Fiordaligi, direttore del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale,
parla dei futuri lavori in toni entusiastici: "Il finanziamento del Piano
irriguo nazionale consentirà di dare il via a una delle più grandi opere
idrauliche sul territorio, a beneficio prevalentemente del mondo rurale e
con riflessi per il mondo produttivo e urbano, dato che diverse opere
idrauliche servono sia per l’irrigazione che per lo scolo delle acque
meteoriche".
Ma quali saranno in dettaglio i progetti?
"Nell’impianto di prelievo di Boretto (la prima realizzazione risale agli
anni Venti mentre negli anni Settanta venne fatta la presa in Po) con un
investimento da 7 milioni e 500 mila euro adegueremo e ammoderneremo gli
impianti per il prelievo dell’acqua, con la sostituzione di tutte le 28
macchine e il posizionamento a quote più basse, in modo da garantire i
prelievi irrigui anche quando il fiume è a livelli più bassi, caratteristici
degli ultimi decenni".
E nel comprensorio?
"Due grandi interventi per oltre 11 milioni di euro, da Enza a oltre
Secchia, consentiranno una razionalizzazione sulle canalizzazioni irrigue.
Avremo risultati in minori perdite, maggiore efficienza, miglioramento della
sicurezza idraulica, dato che talvolta irrigazione e scolo coesistono sui
medesimi canali. Ma anche la sostituzione di canalette in cemento con
condotte interrate in vari comuni e minore impatto ambientale, con
l’eliminazione del cemento visibile in superficie e minori vincoli agli
appoderamenti".