PIACENZA (15 ottobre 2009) – Un cambiamento epocale nella ricca vita e storia della gestione delle acque a Piacenza. “Il nuovo Consorzio di Bonifica di Piacenza nasce come una realtà al servizio del territorio, capace di rispondere maggiormente alle sue esigenze, perché potrà intervenire in modo unitario su un’area con caratteristiche idrogeologiche simili”. Esprime soddisfazione Fausto Zermani, presidente della nuova realtà nata dalla fusione di due bonifiche, la Bacini Piacentini di Levante e la Bacini Tidone Trebbia, presentata quest’oggi in conferenza stampa.

 

L’ambito territoriale in cui andrà a operare il nuovo Consorzio si estende su due regioni: l’Emilia-Romagna, con 48 comuni in provincia di Piacenza, e la Lombardia con 7 comuni in provincia di Pavia, per una superficie complessiva di 2.600 chilometri quadrati. “La fusione ha richiesto un cammino durato un anno e mezzo ma sono soddisfatto – continua Zermani – La qualità del servizio offerto dalla Bonifica sarà migliore perché verranno condivise le competenze tecniche e l’esperienza maturata sul territorio dai due consorzi precedenti”. Da cosa deriva questa fusione? 

“E’ la naturale conseguenza del riordino previsto dalla Regione Emilia Romagna per ottimizzare le risorse. La legge regionale n. 5 del 2009 ha previsto la riduzione dei Consorzi di bonifica, che dal 1° ottobre 2009 dagli attuali 15 si sono ridotti a 8, accorpando aree omogenee sotto il profilo idrografico e idraulico”. 

Quali le attività che proporrà il nuovo consorzio? “Accanto a quella tradizionale (difesa del suolo e bonifica montana, irrigazione, tutela dell’ambiente), si renderanno disponibili le risorse finanziarie ed umane per dare impulso alle attività di tutela della qualità dell’acqua movimentata, della fornitura di servizi tecnici innovativi in convenzione con gli enti locali e per proseguire le attività di certificazione di qualità, ambientale e di sicurezza territoriale: ecco cosa contribuirà a rendere unico il nuovo consorzio”. 

Perché parlare di Consorzi di Bonifica nel duemila? “In estrema sintesi: senza la nostra attività il capoluogo soffrirebbe di condizioni di sanità idraulica non sufficiente, la montagna più franosa, la pianura più arida. Sul fronte della sicurezza idraulica mettiamo in campo personale altamente specializzato in modo da garantire la tutela degli abitati, delle aree artigianali, commerciali e produttive presenti su tutto il territorio, dalla pianura alla montagna. Operiamo per la sicurezza di tutti”. 

La fusione dei consorzi è stata attuata anche con l’obiettivo di ridurre i costi. 

“Uno dei primi risvolti positivi è proprio questo: il numero dei consiglieri passerà dai circa 60 dei due consorzi, a 11 del nuovo Ente e nel medio periodo potremo conseguire anche economie di scala nella normale attività”, spiega Roberto Ceruti, nominato direttore generale della Bonifica di Piacenza (e già direttore del Consorzio Tidone e Trebbia) che momentaneamente mantiene due sedi operative, una a Fiorenzuola d’Arda (Via Mischi n. 3) e l’altra a Borgonovo V.T. (Viale Fermi 33), mentre la sede legale è prevista a Piacenza, in Via Colombo 35, presso il Palazzo dell’Agricoltura. 

Quali i numeri del nuovo consorzio? “L’area di nostra competenza – risponde Ceruti – si estende per oltre 260mila ettari e può contare su impianti di tutto rispetto. Abbiamo oltre 2mila chilometri di canali, che percorrono il territorio in modo capillare, due dighe, quella del Molato e quella di Mignano che consentono la regimazione delle acque nelle rispettive valli, e una cassa di espansione che protegge la città di Piacenza dalle esondazioni. Gestiamo la manutenzione di circa 60 acquedotti e la viabilità di oltre 125 chilometri di strade locali”. 

E in futuro? “Grazie all’unione di esperienze e professionalità il nuovo Consorzio esprimerà un pacchetto di idee progettuali nuove – conclude il Presidente -. Abbiamo anche progetti già elaborati, in fase di attesa di finanziamenti, o in programma. Inoltre la Bonifica di Piacenza continuerà l’attività di divulgazione organizzata dall’Urber (Unione regionale delle bonifiche). L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani sul ruolo fondamentale che svolge la bonifica attraverso visite e concorsi, organizzati anche con le scuole”. 

DATI TECNICI  

 

Territorio

 

 

260.816 ettari, pari a 2.608 kmq, di cui 1.205 in pianura e 1.403 in collina

 

e montagna

 

 

Canali

 

 

circa 2.000 km adibiti in parte allo scolo delle acque meteoriche e in parte

 

 

a uso promiscuo

 

 

Impianti

 

 

2 di sollevamento dal fiume Po e 2 dighe (del Molato e Mignano)

 

 

 

 

Montagna

 

 

manutenzione di oltre 60 acquedotti rurali e 125 km di viabilità rurale

 

 

 

 

Pianura

 

 

5 impianti idrovori e una cassa di espansione per prevenire esondazioni e

 

 

allagamenti