ROMA – Giunge dai Consorzi di Bonifica di Lombardia ed
Emilia, accumunate del grande fiume, il Po, la replica alla ventilata
ipotesi di soppressione dei Consorzi di Bonifica, così come trapelata sulla
stampa per voce del ministro Roberto Calderoli. Da Roma, dalla 35° assemblea
dell’Associazione nazionale bonifiche e miglioramenti fondiari, ed del tutto
unanime il ‘va pensiero’ di Fausto Zermani (presidente del Consorzio di
Bonifica Bacini Tidone Trebbia), Paolo Conforti (Parmense), Emilio Bertolini
(Bentivoglio Enza), Marino Zani (Parmigiana Moglia Secchia), Ada Giorgi
(Terre dei Gonzaga in Destra Po).
"L’attualità dei Consorzi di Bonifica – spiegano i presidenti – l’abbiamo
dimostrata in questo lungo inverno nel quale abbiamo scolato in Po,
forzosamente e con i nostri impianti idrovori di sollevamento, centinaia di
milioni di metri cubi d’acqua senza i quali, capoluoghi, città, e oltre 100
comuni come Piacenza, Colorno, Gualtieri, Sermide, Carpi. sarebbero finiti
sott’acqua. Lo dimostriamo ogni giorno con i progetti messi in campo e le
ordinarie manutenzioni ai nostri canali che, messi in fila, congiungerebbero
l’Italia agli Stati Uniti".
"E’ ora di dire basta – aggiungono Carlo Anselmi ed Emilio Bertolini,
presidenti di Urbim ed Urber, le associazioni regionali che riuniscono i
consorzi di bonifica in Lombardia ed Emilia Romagna – alla continua
strumentalizzazione del nostro operato che, per altro, in Italia si dimostra
ai vertici per professionalità e attività".
Siete infallibili?
"No, siamo invece aperti a migliorare la nostra operatività, a ridurre i
costi laddove possibile, operando – come in Emilia Romagna – un riordino
così come richiesto dalla Regione. Questo significa meno consorzi,
potenziamento delle funzioni e maggiori economie di scala nel medio
periodo".
"Il ministro Calderoli – spiega Tiberio Rabboni, assessore all’agricoltura
dell’Emilia Romagna, sceso a Roma per valutare da vicino questo delicato
momento – ha dimenticato che il governo di cui è competente nel settembre
2008 ha sottoscritto il riordino dei Consorzi di Bonifica, nella Conferenza
Stato Regioni, confermando quindi la loro utilità e funzione. Ora, a
distanza di pochi mesi, li considera ‘dannosi’ e li vuole abolire. Se
perseguirà nella sua proposta, posso solo dire che la Regione Emilia-Romagna
confermerà la sua fiducia nei Consorzi di Bonifica, assicurandone il
funzionamento. Se cessasse la loro attività, la nostra regione tornerebbe
quella di qualche secolo fa, con paludi invernali intervallate a vaste
distese aride laddove oggi abbiamo produzioni d’eccellenza, dal piacentino
al mare, e insediamenti abitativi e produttivi a perenne rischio di
allagamento".
E Massimo Gargano, presidente dell’Associazione nazionale bonifiche e
miglioramenti fondiari (Anbi): "Qualcuno ci giudica dannosi perché i confini
delle nostre funzioni non rispondono a logiche burocratico-amministrative,
ma a quelle della morfologia del suolo, ponendo al centro dell’azione il
distretto idrografico, come previsto dalle direttive europee. perché, da
soli, combattiamo il rischio idraulico, gestendo una rete di quasi 200.000
chilometri di canali, che qualcuno vorrebbe oggi provincializzare. perché
siamo un organo di autogoverno del territorio, gestito dai consorziati e non
da un ente pubblico. perché siamo efficaci e ben gestiti, tranne laddove
persistono gestioni commissariali e quindi politiche. perché denunciamo come
la soppressione dei Consorzi di bonifica, ipotizzata dalla prevista riforma
delle autonomie, porterebbe ad un aumento della fiscalità generale e non ad
una sua diminuzione, calando invece l’efficacia del servizio. In un Paese,
in cui il 68.8% dei comuni è classificato ad alto rischio di frane ed
alluvioni. alla politica chiediamo di avere rispetto per le nostre funzioni.
E di assumere la straordinaria modernità dei Consorzi di bonifica,
espressione di autogoverno, impegnata quotidianamente a garantire sicurezza
idraulica al territorio, con compatibilità ambientali, e ad assicurare
disponibilità d’acqua per le coltivazioni, tutelando così anche la salubrità
alimentare, e gli usi plurimi".
Nella foto: l’intervento di Marino Zani all’assemblea Anbi