I Consorzi di bonifica non sono ne’ inutili, né dannosi; sono fondamentali per garantire qualità e sicurezza idraulica al territorio. Se esistono realtà consortili inefficienti, vanno soppresse anche in considerazione del fatto che si tratta di strutture sottratte da decenni all’autogoverno e consegnate a gestioni non elettive; non va quindi riformato il sistema della Bonifica, che già si è riformato con l’ accordo in Conferenza Stato-Regioni del 18 settembre 2008, sottoscritto dal Ministro Luca Zaia. I Consorzi di bonifica garantiscono difesa del suolo e gestione delle acque ad uso agricolo, ma non solo, come testimoniato dall’esperienza del Canale Emiliano Romagnolo. A dichiararlo è Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), intervenendo al convegno per i 70 anni del C.E.R. presso l’impianto idraulico del Palantone a Salvatonica di Bondeno, nel ferrarese. "La Bonifica – prosegue Gargano – non appartiene al Paese delle opere incompiute, perché i Consorzi sono frutto di quella concreta “cultura imprenditoriale”, che permea l’agricoltura, di cui oggi si è tornati a riconoscere la centralità nel sistema economico territoriale e per la quale l’acqua è prerequisito essenziale e strategico".
"I Consorzi di bonifica- aggiunge Anna Maria Martuccelli, Direttore A.N.B.I. – tutelano e garantiscono l’accesso alle disponibilità idriche, una priorità a livello planetario accentuata dai cambiamenti climatici. Per questo, bisogna rilanciare il completamento del Canale Emiliano Romagnolo". Presente al confronto anche il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Angelo Alessandri, che ha chiesto un confronto sereno per migliorare il sistema nelle zone di inefficienza, perché “le Bonifiche – ha affermato – non si possono toccare.” D’altronde ha aggiunto “bisogna ricordare la storia del proprio territorio e da lì ripartire”, perché il sistema idrico va gestito assecondando, non violentando la natura. "La Bonifica in Emilia Romagna- ha concluso – è una realtà di cui essere orgogliosi". Al proposito, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, ricorda però come, al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, giacciano progetti immediatamente cantierabili per 95 milioni di euro, finalizzati al completamento del reticolo distributivo del C.E.R., cui aggiungere 10 milioni di euro destinati all’adeguamento dell’impianto idraulico del Palantone all’abbassamento del livello idrico del fiume Po.
Il Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.) è lungo 133 chilometri e trasporta l’acqua del fiume Po fino alla provincia di Rimini, interessando 5 province. Mediamente il C.E.R. distribuisce annualmente fra i 250 e i 260 milioni di metri d’acqua, rivelatisi indispensabili a garantire l’ eccellenza della produzione agricola “Made in Italy”, ma non solo, nei momenti di siccità. A fronte dei lavori progettati, tale disponibilità raddoppierà soprattutto in vista della piena applicazione dell’uso plurimo delle acque interessante, oltre a quelli agricoli, anche usi potabili e industriali.