Roma, 2 maggio 2019 – “Pioggia e neve dei giorni scorsi stanno tranquillizzando sullo stato delle riserve idriche anche nelle regioni settentrionali del Paese, confermando, però, l’urgenza di dotare il Paese di nuove infrastrutture idriche per fare fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici. La neve caduta abbondantemente sui rilievi si scioglierà, infatti, repentinamente con l’arrivo dei primi caldi di una stagione annunciata torrida, riversando una grande quantità d’acqua verso valle e che dovrà essere gestita con esperienza dai Consorzi di bonifica per evitare rischi alluvionali. Sarà, per altro, una ricchezza, che si disperderà in gran parte nel mare, considerando che, ad oggi, in Italia, riusciamo a trattenere solo l’11% dell’acqua piovana. Ecco, perché servono nuovi invasi!” E’ questo il commento di Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), di fronte ai dati, che indicano come i grandi laghi del Nord Italia siano tutti sopra le medie stagionali, al pari del fiume Po, la cui portata cresce con l’avvicinarsi verso la foce a testimonianza delle piogge, cadute soprattutto nell’Italia Nord Orientale. La conferma arriva dalle ancora scarse portate dei corsi d’acqua piemontesi (Dora Baltea, Tanaro, Stura di Lanzo) e dell’Emilia Romagna (Reno ed Enza). Scendendo in Centro Italia, mancano 12 milioni di metri cubi d’acqua, rispetto alla media del periodo, nel lago di Cingoli nelle Marche, mentre il lago di Bracciano, nel Lazio, è cm. 141,5 sotto lo zero idrometrico. Resta positiva la situazione nelle regioni meridionali ed insulari con l’unica eccezione della Basilicata, dove mancano all’appello circa 16 milioni di metri cubi, dovuti ai minori livelli dei bacini Pertusillo e Camastra. “L’attuale, confortante situazione non deve far ritenere superato l’allerta sullo stato delle risorse idriche, cui si comincerà a dare risposta solo con le opere previste dai 900 milioni sbloccati dal Governo nell’ambito di Piano Nazionale Invasi, Piano Irriguo Nazionale, Fondo Sviluppo e Coesione – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Se, infatti, non dovessero più esserci significative precipitazioni nelle prossime settimane, prima di Luglio saremmo di nuovo in emergenza siccità.”
CAMBIAMENTI CLIMATICI: DALL’ITALIA “ROVESCIATA” ALL’ITALIA “POSTICIPATA”. ANBI: “LA SITUAZIONE IDRICA E’ MIGLIORATA MA IL RISCHIO SICCITA’ NON E’ DEFINITIVAMENTE SUPERATO”
News - 2 Mag, 2019
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