Massimo Gargano: “In montagna norme ed incentivi per imprese agricole reddituali, per evitare che l’abbandono del territorio pregiudichi la sicurezza idrogeologica a valle”
Roma 17, aprile 2019 – “La ricerca e gli studi devono proseguire, perché grazie a loro ed al continuo aggiornamento sullo stato del territorio italiano sappiamo pressoché tutto; ciò nonostante, continuiamo a consumare suolo, causa prima dei 3 miliardi di danni creati ogni anno da fenomeni quali alluvioni e frane che sono la risultante su di un territorio fragile del manifestarsi dei cambiamenti climatici. Programmazione, pianificazione e gestione nel nostro Paese sono ben distinte ed in grado di fare sistema per dare le risposte concrete che cittadini, imprese e loro collaboratori si aspettano.” Ad affermarlo è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto ad un workshop, promosso a Roma dal “think tank” TES (Transizione Ecologica Solidale). “Siamo orgogliosi di essere il cuore pulsante della manutenzione del territorio, forti di una capacità progettuale fatta di centinaia di progetti di qualità che mettiamo a servizio del Paese; è grazie a questa riconosciuta professionalità che è stato possibile attivare sollecitamente la filiera decisionale, destinando risorse importanti, che altrimenti sarebbero state restituite inutilizzate all’Unione Europea – aggiunge il DG di ANBI – C’è ora un grande tema ancora da affrontare: la manutenzione dei territori di montagna ed alta collina, dove i Consorzi di bonifica si candidano ad operare, perché è lì che si costruisce la sicurezza idrogeologica della pianura; è indispensabile, però, creare al contempo le condizioni normative ed incentivanti per il reinsediamento di aziende agricole, che trovino reddito anche nel riconoscimento del valore del loro lavoro a generale servizio dell’ambiente e di tutta la collettività. Deve crescere la consapevolezza che l’Italia è un Paese bellissimo ma fragile – conclude Gargano – Per questo serve anche una forte azione di crescita culturale e di formazione.”