PARMA (21 gennaio 2009) – "Ecco cosa vuol dire bonifica nel Duemila. Sono
soddisfatto dei miei uomini". Paolo Conforti, presidente del Consorzio di
Bonifica Parmense, esprime soddisfazione dopo una giornata ‘tirata’. In
campo sono scese una quarantina di persone addette alla sicurezza idraulica
per la Bassa di Parma. Si è anche acceso il nuovo impianto di Colorno
costruito a foce Naviglio, dopo la drammatica piena del 2000.
"E’ bene ricordare – prosegue Conforti – che la pianura di Parma è sgombra
dalle acque e dalle paludi di storica memoria, proprio perché è
costantemente attivo il presidio del territorio e l’allontanamento delle
acque di superficie operato, oggi, dai consorzi di bonifica".
Cosa è accaduto nella giornata di ieri, martedì?
"E’ piovuto moltissimo in Appennino, ovvero su metà della provincia – spiega
Amilcare Bodria, direttore dell’ente di piazzale Barezzi -. C’era la neve
dei giorni scorsi, ma questa si è sciolta repentinamente, complice l’aria
marina che ha causato, in montagna, un innalzamento delle temperature. A
quota mille c’erano mediamente 6° C contro i 2-3 presenti nella giornata di
ieri, martedì, in pianura. Non è finita: in 24-36 ore sono caduti da 200
sino ad oltre 300 millimetri, una piovosità eccezionale, caduta sulla neve e
su terreni già saturi".
"E contemporaneamente è piovuto nella Bassa – gli fa eco Mario Cocchi,
dirigente dell’area tecnica -. Il risultato? Era impossibile continuare a
scolare a gravità le acque di superficie in uscita dalla nostra provincia
verso Enza, Parma, Taro, tutti corsi d’acqua in piena".
Quindi?
"Il nostro personale ha attivato manovre antirigurgito su diverse decine di
chiaviche, successivamente abbiamo dovuto accendere tutti gli impianti
idrovori (eccetto quelli su Po), a seconda delle diverse necessità".
Ad esempio?
"Abbiamo acceso Mezzano Inferiore località Bocca d’Enza (su 4 pompe
disponibili ne abbiamo attivate due), a Coenzo di Sorbolo (1), Abbeveratoia
in località Cornocchio di Parma (1), Roccabianca in località Rigosa Bassa
(1), Cantonale tra Busseto e Polesine (3), Chiavica Rossa località Mezzano
Rondani di Colorno (1). Molta soddisfazione, certo, per la prima accensione
dell’impianto di Colorno, dove ci sono due impianti idrovori (uno potenziato
e ristrutturato al Travacone, l’altro nuovo a foce Naviglio) completati dopo
la piena del 2000. Sono entrati in funzione, come ad esempio le 2 pompe su
tre installate di foce Naviglio".
"La gente è tranquilla e sono soddisfatto – spiega Stefano Gelati, sindaco
di Colorno intervistato nella notte mentre presidia di persona il corretto
funzionamento di tutto il sistema di sicurezza idraulica del Comune
rivierasco terribilmente allagato otto anni fa – è la prima volta che questo
impianto potenziato entra in funzione dopo la rilevante piena del 2000. Per
il nostro territorio le migliorie apportate significano tantissimo e
riuscire a garantire la sicurezza è per noi fondamentale. Pur non attivato a
pieno regime, si vede la differenza. Lo noto nella tranquillità della gente,
mentre una volta una quota del genere avrebbe fatto impressione".
"A Colorno – riprende Cocchi – abbiamo registrato una quota di 8,25 metri
all’idrometro (fu di 9,10 nella piena del 2000). Il personale
complessivamente attivato, a partire dalla mattinata di martedì, è stato di
30 operari, 4 assistenti di zona, 4 tecnici. Nella notte è proseguita la
turnazione e i sopralluoghi con gli amministratori".