Roma, 1 dicembre 2018 – È stato presentato ieri il Patto per l’Acqua: un documento di principi e proposte finalizzati a Risparmio, Recupero e Riuso dell’acqua, promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, nell’ambito della sua campagna di sensibilizzazione #salvalacqua, e sottoscritto dai principali attori del sistema idrico italiano: dagli enti di ricerca ai gestori delle reti, dai consorzi di bonifica agli agricoltori, dai tecnici e pianificatori agli enti territoriali. Un’iniziativa che nasce dall’attività concreta della Fondazione, nei suoi 61 Beni tutelati, e che si incardina ai principi della sua missione: vigilare sul patrimonio d’arte e natura del Paese, promuovendo conoscenza e sensibilità sul valore delle sue risorse, come l’acqua. Un’iniziativa che nasce condivisa, per dare sostanza, forza e futuro a un tema – il valore dell’acqua e la sua disponibilità – ampio e perciò sfuggente, troppo spesso sottovalutato o affrontato solo in termini tecnici dagli operatori e di principio dalla politica, laddove invece molto si può e si deve fare concretamente. L’acqua è un bene che interessa tutti, che oggi sale agli onori delle cronache per via di violente alluvioni stagionali, ma anche per nuovi e preoccupanti fenomeni come la siccità estiva, che ha messo in ginocchio città come Roma e intere aree agricole. L’acqua è un bene di cui l’Italia è ricca, ma di cui rischia di diventare povera, in termini di quantità e di qualità, in assenza di efficaci azioni di prevenzione e di tutela. Accanto all’aumento della popolazione, ai cambiamenti climatici globali, all’inquinamento e agli sprechi, preoccupa soprattutto un modello di gestione basato sullo sfruttamento intensivo della risorsa, in assenza di adeguati monitoraggi e investimenti sulle infrastrutture idriche (da costruire, da efficientare, ma, soprattutto, da manutenere) e sull’innovazione. Al contrario è necessario e urgente innestare un modello di gestione efficiente, basato sull’innovazione e centrato su Risparmio, Recupero e Riciclo dell’acqua, in un’ottica di economia circolare e nel rispetto di rigorosi standard di qualità della risorsa idrica.
Si impone un cambio di strategia e un impegno da parte di tutti. Per questo il FAI ha raccolto intorno a un tavolo i principali portatori di interesse nel settore: AIAPP – Ass. Italiana di Architettura del Paesaggio, ANBI – Ass. Naz. Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari, Associazione Comuni Virtuosi, ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, CNR – IRSA Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Coldiretti; INU – Istituto Nazionale di Urbanistica, Nomisma, Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano e Utilitalia.
Insieme hanno scritto e sottoscritto un Patto per l’Acqua che chiede al Governo e al Parlamento una Strategia Nazionale per l’Acqua basata sull’uso efficiente della risorsa.
La Strategia Nazionale per l’Acqua dovrà affondare le sue radici su un nuovo accordo sociale ed economico per l’acqua. Per questo, oggi il Patto per l’Acqua viene presentato al pubblico per essere diffuso e raccogliere adesioni e ulteriori contributi, da parte di istituzioni, enti e associazioni. Hanno già aderito: ANCI, WWF, Legambiente, Lipu e Kyoto Club. Il compito che si danno i firmatari del Patto: creare un tavolo permanente, inclusivo e allargato a diverse realtà, finalizzato a individuare e sviluppare richieste puntuali al Parlamento, a partire dalla Legge di Bilancio in questo momento in discussione
Primo banco di prova sarà la manovra finanziaria, dove il tema dell’acqua affiora in alcune proposte.
Il Patto per l’Acqua si farà portatore di ulteriori emendamenti:
– per un credito d’imposta dedicato a tecnologie capaci di riconvertire e rendere maggiormente efficienti i processi produttivi, in agricoltura e industria, in un’ottica di risparmio e tutela della risorsa idrica;
– per un Bonus destinato ai privati, che promuova interventi negli immobili civili volti ad aumentarne l’efficienza idrica (es. installazione reti duali per il riciclo delle acque grigie, installazione di serbatoi di accumulo di acqua piovana);
– per un Bonus destinato a privati e pubblico (es. Comuni), che favorisca interventi volti a restituire permeabilità ai suoli (es. attraverso i rain garden) e la manutenzione delle infrastrutture;
– per un’aliquota IVA agevolata dedicata ai nuovi impianti in edilizia civile o industriale per la separazione e il riutilizzo delle acque grigie.