Piacenza, 26/10/2018 – In pianura l’attività del Consorzio di Bonifica di Piacenza consiste nella manutenzione e nella vigilanza delle reti e degli impianti di bonifica: canali diversivi, canali di scolo e drenaggio, manufatti e impianti idrovori di sollevamento meccanico. Attraverso il costante svolgimento di queste attività il Consorzio assicura l’efficienza e l’efficacia delle opere di bonifica rispetto al loro scopo primario di scolo e di difesa idraulica. Difesa idraulica che significa protezione della città, dei nuclei abitati, delle infrastrutture, degli immobili e dei terreni dalle conseguenze delle precipitazioni. In questo periodo dell’anno, finita la distribuzione irrigua e non ancora iniziato il periodo delle precipitazioni autunnali e invernali, il Consorzio di Bonifica di Piacenza dedica molte delle sue attività alla manutenzione degli impianti e alla pulizia della sua fitta rete di canali. Operazione, quest’ultima, non banale visto che il reticolo idrografico misura circa 2.400 chilometri. In merito a questi temi Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, afferma: “Stiamo procedendo con il programma di pulizia dei canali e stiamo preparando il territorio per il periodo autunnale; dopo tanto sole e caldo ci aspettiamo che si confermino manifestazioni di pioggia concentrate ”. Da diversi mesi, infatti, non si stanno registrando piogge ma visto che la media stagionale non cambia ci si aspetta un inverno caratterizzato da precipitazioni. Prosegue poi Zermani riferendosi alla portata particolarmente scarsa del fiume Trebbia: “Valutate voi quanto sarebbe importante un invaso a monte che possa fare da riserva non solo per l’agricoltura ma anche per attenuare situazioni di criticità e di secca in periodi lontani dall’estate”. Ritornando al tema della salvaguardia idraulica in pianura, come funzione il complesso sistema di salvaguardia idraulica in pianura e quali sono gli impianti gestiti dal Consorzio? Nella maggior parte della pianura piacentina le acque vengono allontanate a gravità, sfruttando il reticolo idraulico che raccoglie le acque in eccesso fino a riversarle nei fiumi. Alcune aree di pianura invece, poste alle quote inferiori rispetto al Po, per non essere allagate necessitano di particolari operazioni idrauliche che vengono effettuate grazie al funzionamento degli impianti idrovori per il sollevamento meccanico delle acque. Nella zona urbana (circa 18 chilometri quadrati) le acque giungono all’impianto idrovoro Finarda, posto lungo il Po, tramite i canali Settentrionale e Rifiuto, mentre nella zona suburbana (località Mortizza) le acque confluiscono all’impianto idrovoro Armalunga. Entrambi gli impianti, mediante sollevamento meccanico, immettono l’acqua in eccesso nel fiume Po. I canali Diversivi di Ovest e di Est (che perimetrano Piacenza) raccolgono l’acqua piovana proveniente dalle colline, acqua che altrimenti allagherebbe la città. In caso di piogge intense Piacenza viene difesa anche dalla cassa di espansione Riello (quartiere Farnesiana) che può contenere circa 98.000 metri cubi d’acqua. La bonifica a sollevamento meccanico nella fascia costiera del Po interessa i comuni di Castel San Giovanni, Sarmato e Caorso. La difesa idraulica di queste zone avviene attraverso gli impianti idrovori di Casino Boschi, Zerbio e Braciforti di Fossadello. A salvaguardia di parte dell’abitato di San Nicolò c’è poi la cassa di espansione in via Paul Harris. Tutti gli impianti e i manufatti necessitano di monitoraggi e di manutenzione. Il controllo quotidiano è gestito anche grazie alla reperibilità degli addetti 24 ore su 24.
Prosegue la pulizia dei canali in vista delle piogge autunnali Il Consorzio di Bonifica si sta adoperando perché il territorio sia pronto a drenare le acque piovane
News - 26 Ott, 2018
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