POVIGLIO – Era accaduto a primavera. E’ risuccesso in
autunno. Le nutrie scavano una tana nell’argine di un importante canale di
bonifica e si rischia l’allagamento, perché, stavolta, ad essere coinvolto è
uno dei più importanti canali del Consorzio della Bonifica Bentivoglio Enza.
"Anche in questa occasione ci siamo accorti del rischio idraulico accorso –
spiega Emilio Bertolini, presidente della Bonifica Bentivoglio Enza – e
siamo riusciti a intervenire, aiutati dal fatto che in quel momento il
canale conteneva poca acqua: la siccità stavolta ci ha aiutato. Ma in caso
di massima portata, come nei giorni scorsi, l’argine avrebbe potuto
collassare e riversare un’immane quantità d’acqua a Est del Comune di
Poviglio, a Fodico".

"La perforazione arginale – spiega Raffaele Monica, direttore dell’area
tecnico-ambientale del Consorzio di Bonifica Bentivoglio-Enza – è stata
creata dalla realizzazione di un tana di nutria: partiva dal fondo del
Canale di Risalita e arrivava addirittura in campagna".
Questo danno cosa ha comportato?
"Una cosa incredibile, pur in presenza di poca acqua il canale si è
addirittura prosciugato: l’acqua per fortuna ancora poca (dato il periodo
siccitoso di inizio autunno), si è riversata nel fosso di guardia: il tutto
reso possibile da questa specie di tunnel che attraversava l’argine".
Qualora si fosse verificata una piena improvvisa, come poi accaduto nei
giorni scorsi?
"E’ molto semplice: l’argine avrebbe potuto collassare riversando le acque
nei territorio est del comune di Poviglio, in località Fodico".
Come è intervenuto il vostro ente in questa occasione?
"Ormai la tecnica è codificata, trattandosi di interventi sempre più
frequenti: abbiamo provveduto a posare un telo impermeabile a base di
bentonite (un tipo speciale di argilla molto impermeabile) sulla intera
superficie del canale, ad una profondità di circa 80 cm sotto il cotico
erboso per una larghezza sufficiente ad collegarlo all’argine ‘sano’".
L’intervento, eseguito dalle maestranze del consorzio appena disponibile il
materiale necessario e nonostante le condizioni atmosferiche, è costato
circa 7.000 euro.
"Ricordiamo – conclude Vito Fiordaligi, direttore dell’ente consortile – che la presenza di questi animali (Myocastor coypus) è purtroppo massiccia nelle nostre zone e oltre il livello di guardia. Consideriamo che sono state introdotte dal Sud America per ragioni legate al commercio della pelliccia:
pertanto non è una specie autoctona. Alcuni esemplari di nutrie sono
scappati dagli allevamenti e hanno dato vita a una numerosa popolazione
proprio negli ambienti umidi da loro privilegiati, causando danni al nostro
ecosistema e ai nostri canali. La soluzione per la sicurezza territoriale è
purtroppo proprio quella dell’eradicazione di questi pericolosi animali".
Lo scorso maggio, Stefano Carpi, sindaco di Poviglio ebbe a dire: "C’è forte
preoccupazione per l’aumento della popolazione di nutrie proprio in un
territorio, come quello della Bassa, dove è forte la presenza di impianti
irrigui, suscettibili ai loro danneggiamenti. E’ opportuno attuare una
soluzione per il ripetersi di questi fenomeni. Al di là della risorsa idrica
che è preziosissima, fattori esterni – come le nutrie – non possono mettere
a repentaglio la sicurezza dei cittadini e aree vaste nel territorio
".

Nella foto: l’intervento sul Canale di risalita