REGGIO EMILIA-MODENA – Presidente ci racconta cosa è
successo e cosa potrebbe accadere? "Beh, come andiamo dicendo da tempo
qualcosa è cambiato di grosso. E lunghi periodi di siccità sono alternati da
piogge molto violente concentrate in pochi giorni. Era accaduto a giugno, è
accaduto nelle settimane scorse, dopo la siccità di luglio, agosto,
settembre".
Parole di Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica
Parmigiana Moglia Secchia, l’ente che presiede alla sicurezza territoriale
per lo scolo delle acque tra le province di Reggio Emilia e Modena.
"Emblematico è il caso dell’Appennino Reggiano – spiega il meteorologo Devis
Bedini – una nostra stazione ha rilevato quasi l’80% di piovosità in più
solo nel mese di novembre. Un fenomeno che, studiato su dati disponibili dal
1909, accade solo ogni vent’anni. Senza scordare l’elevata piovosità degli
ultimi giorni di ottobre. E le previsioni indicano ancora maltempo".
"Se non fosse stato per la siccità precedente probabilmente ci saremmo
trovati di fronte a qualche guaio – riprende Marino Zani -: le
precipitazioni cadute sul comprensorio negli ultimi venti giorni hanno
comunque dato luogo a un forte riversamento della acque lungo la nostra rete
idraulica, tra Modena e Reggio Emilia. Mediamente nei settori di montagna
sono caduti 297 mm di pioggia, 168 nell’alta pianura e 126 nella bassa
pianura. Una piovosità media di quasi 200 mm sul nostro comprensorio ci pone
in stato di attenzione: e quando abbiamo operato, anche di notte, è
scivolato via senza clamore. Tutto questo non per fortuna ma per impegno".
"Questa grande piovosità – spiega Paola Zanetti, responsabile del servizio
di piena della Parmigiana Moglia Secchia – è stato aggravato dalle onde di
piena di Secchia e Po: il livello dei fiumi si è alzato proprio dove di
solito scola l’acqua dei canali per gravità".
"Abbiamo assistito a un primo evento di piena, quella del fiume Secchia per
le piogge ininterrotte cadute nelle zone di collina e montagna dal 28 al 31
ottobre. Se piove in Appennino dobbiamo attivarci col nostro personale per
mettere in sicurezza il territorio di pianura. Allora abbiamo chiuso gli
scarichi a gravità in località Bondanello (in comune di Moglia, a Mantova)
dal primo all’8 novembre, indirizzando le acque alte di questo scarico nella
cosiddetta rete di acque basse. In altre parole, come un vigile a un
incrocio abbiamo imposto a un autotreno (le acque cadute) una direzione
diversa per raggiungere la medesima meta (lo scolo fuori dal comprensorio).
Il problema è che la nostra pianura risente di quello che accade nel resto
del Nord Italia".
Perché?
"Perché la stessa perturbazione che ha coinvolto la penisola settentrionale
ha comportato un innalzamento del livello del fiume Po. A Boretto, dove
preleviamo acqua e c’è un grande canale, abbiamo attivato manovre per
controbilanciare la spinta idrostatica del fiume. Senza di queste un mare
d’acqua avrebbe invaso la pianura. Anche se lo facciamo in silenzio e senza
clamore, questo lavoro è parte importante del nostro mestiere: abbiamo
iniziato alle 22.00 del 04 novembre e abbiamo concluso alle 12.00 del 14
novembre. La piena del fiume Po in transito verso valle ha comportato anche
la chiusura degli scarichi della rete acque basse in località San Siro dalle
ore 08.30 del 05 novembre alle ore 16.30 del 12. Le rete delle acque basse è
servita da prima per lo scarico della rete acque alte ed in seconda fase da
vaso si espansione fino quando non è stato possibile riaprire gli
scaricatori".
Finito?
"No. C’è stato un secondo evento di piena del fiume Secchia per le piogge
cadute nelle zone di collina e pianura nei giorni 13 e 14 novembre. Ancora
abbiamo chiuso gli scarichi a gravità in località Bondanello dal 14 al 17,
con relative manovre di scarico nelle rete acque basse per fuori uscita a
gravità. Solo con un’attenta analisi di quanto andava accadendo siamo
riusciti a evitare il funzionamento degli impianti idrovori per pompare
fuori acqua".
Nelle foto: sopra, Marino Zani; sotto, Paola Zanetti