"Quanto accaduto durante il nostro convegno dimostra che la sicurezza idraulica è una preoccupazione di tutti". Sono le parole di Paolo Conforti, presidente della Bonifica Parmense, al termine del congegno "La lezione degli Angeli del fango, i ragazzi del 1966: dalla solidarietà alla difesa del territorio", svoltosi lunedì 10 novembre presso il centro congressi del Comune di Parma.
Cosa è accaduto? Che al volgere della giornata, cui sono intervenute
autorità e testimoni locali e di altre province e regioni, sono state
proiettate le immagini delle alluvioni che hanno colpito il Parmense negli
ultimi decenni: è stato allora che in una sala gremita è calato un silenzio
assoluto e imprevisto. Accanto alle drammatiche immagini della tracimazione
dell’Arno del ’66 sono comparse quelle parmensi della piena del Po del
ottobre 1994, dell’ottobre 2000, le piene drammatiche al nodo idraulico di
Colorno di ottobre 1999 e novembre 2000 quando il Parma tracimò, e quelle
del ‘diluvio’ di Roncole Verdi dell’8 settembre 2003 (270 mm di pioggia in 3
ore sole ore, un fenomeno tuttora unico in Regione).
"Dal 1990 al 2007 – ha ricordato l’ingegner Mario Cocchi, dirigente
dell’area tecnica – in provincia di Parma solo sul tema della sicurezza
idraulica abbiamo investito 20 milioni di euro in ripristino dei danni
subiti, potenziamento e realizzazioni di nuovi impianti di sollevamento,
bacini di laminazione. Il 31 ottobre abbiamo presentato alla Regione il
quadro aggiornato delle opere da realizzare per la difesa del suolo in
pianura: 10 grandi interventi per un complessivo di 32 milioni di euro".
"E tutto questo non basta. Sappiamo – ha rilanciato Conforti – che di fronte
al cambiamento climatico in atto, all’incredibile urbanizzazione che in
alcune aree nel volgere di 3 decenni ha urbanizzato sino al 40% di alcune
aree del Parmense e al cambiamento di destinazione dei suoli (colture
erbacee al posto di arbustive) occorre proseguire in tre direzioni: oltre
che alle opere di bonifica sono fondamentali la politica per il governo del
territorio e il lavoro in sinergia tra gli enti".
Ecco, allora, l’intervento di Mario Luigi Bruschini, Assessore sicurezza
territoriale, difesa del suolo e della costa, protezione civile della
Regione Emilia Romagna: "Quanto abbiamo visto oggi per la prima volta
assieme ci dice che dobbiamo pianificare tenendo conto degli aspetti
idraulici che stanno cambiando radicalmente a seconda dell’utilizzo del
territorio. In fatto di sinergia la Regione deve operare in sinergia con i
Servizi Provinciali Difese del suolo ed i Consorzi di bonifica e, con loro,
interfacciarsi anche ai Comuni e alle Province attraverso i Ptcp, i Pcs,.
Infine, dobbiamo spostare gli interventi di ripristino a interventi di
prevenzione. Come? Gli strateghi politici si devono sensibilizzare: infatti,
rifondere i danni dopo le calamità è notevolmente più oneroso che non
intervenire prima".
La tegola: "Oggi sulla Difesa del suolo non viene finanziato alcun lavoro; i
grandi interventi sin qui eseguiti sono stati finanziati con fondi della
Protezione civile, ma nell’ultimo incontro svoltosi in Friuli, il dottor
Bertolaso ha comunicato che sulla Protezione civile non verranno stanziati
più fondi".
Per Luigi Giuseppe Villani, Vicepresidente Consiglio Regione Emilia Romagna:
"E’ grazie al decentramento amministrativo che gli enti locali sono i motori
di una rete capace di mobilitare 1.300.000 persone nel Paese. In Italia si è
dimostrato, partendo da Firenze, che la solidarietà esiste: ma occorreva
coordinarla. Oggi lo sappiamo fare".
Il convegno, ha visto la presenza di testimonial illustri. Tra gli altri,
Elvio Ubaldi, presidente del Consiglio Comunale di Parma, ha ricordato la
sua esperienza in una chiesa oltr’Arno a spalare fango. Pier Luigi Ferrari,
vicepresidente della Provincia, ha ricordato il suo impegno assieme a quello
dei "ragazzi di Borgo Val di Taro, in S. Croce in quello che era realtà e
non reality". Diversi docenti universitari hanno ricordato l’epopea della
solidarietà partita da Parma e da Bologna e organizzata sul posto, dove
"sino a poche ore prima c’erano rassicurazioni che non succedesse nulla e
invece in un solo giorno si distrusse un patrimonio accumulato nei secoli".
Nella foto Arlotti: il presidente Paolo Conforti al centro del palco