SISSA (Pr) – "Sa cosa le dico? Che questo è un buon intervento
e ora respiriamo con maggiore serenità". Angela Fornia, sindaco di Sissa
nella Bassa Parmense, è un tipo così: immediato, schietto, con pochi peli
sulla lingua. "E scriva anche che la bonifica deve continuare su questa
strada che, come dice il nome, è di bonificare e mettere in sicurezza il
territorio. I nostri abitanti plaudono a questo progetto".


Siamo nel paese di Coltaro, una fetta di terra di 4.800 ettari tra Sissa e
Trecasali che, senza utilizzare termini idraulici particolari, è un vero e
proprio "cul de sac" dell’intera provincia. Qui l’attenzione, allora, è
massima per evitare che l’acqua torni indietro sul Canale Comune, nel quale
arrivano le acque da Sissa e Trecasali. Per questo scopo ci sono due
meccanismi idraulici vitali: una chiavica (sbarramento) dell’ Agenzia
interregionale per il fiume Po (A.I.Po), sull’argine maestro del Po, e,
appena a monte, l’impianto idrovoro di Coltaro (attraverso il quale la
Bonifica Parmense pompa meccanicamente l’acqua in Po in caso di piena).
"Il principio che ci ha mosso era di ridurre il rischio idraulico: potevamo
farlo solo ammodernando gli impianti", spiega Paolo Conforti presidente del
Consorzio Bonifica Parmense. Ed ecco, quindi, il duplice intervento sia per
l’ammodernamento della Chiavica di Coltaro che dell’Impianto idrovoro.
"La piena record del Po del 2000 – ricorda Paolo Conforti – con la
strabiliante quota 32,36 m s.m., aveva evidenziato quali sono i rischi di
questo territorio".
"Anche perché era pur vero che questi strumenti avevano fatto il loro
lavoro, ma, progettati negli anni Trenta e seppure adeguati in diverse
occasioni dopo la piena del 1951, erano divenuti obsoleti" aggiunge il
sindaco Fornia "perché nel corso degli anni l’argine maestro del fiume Po
era stato rialzato e quindi le paratoie della chiavica e le relative
strutture dell’impianto idrovoro erano a un piano troppo basso per
consentirne un adeguato funzionamento in sicurezza".
Da allora, superato il momento di emergenza, il Consorzio Bonifica Parmense
è passato alla fase di analisi dei punti critici, dei rilievi in sito, delle
soluzioni e dei progetti. Nel concreto, come avete posto soluzione al
problema di una maggiore sicurezza?
Risponde l’ingegner Mario Cocchi, dirigente dell’area tecnica: "Abbiamo
messo in campo e realizzato due progetti, appunto, per abbattere i rischi
idraulici. Nel caso della Chiavica il Consorzio della Bonifica Parmense,
all’interno di un progetto più vasto dell’A.i.Po, ha messo a disposizione le
sue maestranze per progettare e realizzare la nuova impiantistica
elettromeccanica della chiavica stessa, e inoltre ha realizzato un
rivestimento in laterizio a faccia vista del nuovo muro in cemento armato
verso il centro abitato, per migliorarne l’estetica. Per questo ci siamo
avvalsi di un finanziamento dell’ A.i.Po medesima pari a 72.000 euro".
E per l’impianto idrovoro?
"Un’opera ancora più impegnativa: l’adeguamento dell’intero impianto che
abbiamo realizzato grazie a un finanziamento della Regione Emilia Romagna
sulla legge 183 del 1989, per un complessivo di 310.000 euro. Abbiamo
realizzato un manufatto ad U in cemento armato per alzare il livello
dell’argine in corrispondenza della chiavica dell’A.i.Po e un nuovo
manufatto di rivestimento in cemento armato delle condotte (a sifone) che
attraversano l’argine maestro di Po, in modo da garantire la perfetta tenuta
d’acqua, oltre al sovralzo dei tubi che servono a ‘pompare’, in caso di
piena, l’acqua del compartimento di Sissa e Trecasali in Po. Infine, previ
accordi bonari con i proprietari delle aree interessate per quanto riguarda
gli indennizzi, abbiamo ampliato e adeguato l’area cortilizia circostante
l’impianto per un più razionale utilizzo dello stesso. a beneficio della
collettività e dell’impatto ambientale".
I lavori sono stati eseguiti in breve lasso di tempo considerando anche che questi non potevano essere eseguiti nel periodo che va da settembre a giugno dovendo la chiavica di Coltaro e l’impianto idrovoro essere in perfetta efficienza in caso di piena di Po.
"Questo intervento – conclude Conforti – si è positivamente concluso e con
costi contenuti grazie anche a un buon esempio di sinergia tra il nostro
Consorzio, l’A.i.Po ed il Comune".

Nelle foto: sopra, l’impianto rinnovato; sotto, Paolo Conforti