PARMA – "10 milioni e 300 mila euro di interventi: sono in
corso e si concluderanno a breve i lavori che, per entità, rappresentano la
più grande opera di bonifica degli ultimi decenni. Sicuramente la più grande
nel complesso della rete di Sanvitale che fu del Conte di Fontanellato,
Giovanni, che abbiamo acquisito dal 1939".
Paolo Conforti, presidente della Bonifica Parmense, esprime la sua soddisfazione nel presentare le opere che, dopo l’avvenuto finanziamento del 2003 del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, stanno per avviarsi a termine nei comuni di Medesano, Noceto, Fontevivo, Fontanellato e San Secondo. "Ci era chiara sin dalla fine degli anni Novanta – spiega il presidente – la necessità di adeguare il nostro sistema di canali e impianti. Un sistema che, documenti in nostro possesso, fanno risalire alle investiture feudali ed è già citato nel 1394".
Perché questi interventi?
"Perché oltre ad ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica, sempre più
preziosa e rara – risponde Conforti – dovevamo risolvere quei punti critici
dove, in caso di precipitazioni a carattere intenso, si presentavano
situazioni di rischio idraulico. In definitiva possiamo dire che in questi
ultimi cinque anni abbiamo reso più sicura una larga fetta della provincia
di Parma che, urbanizzandosi, è molto cambiata".
Di quali interventi stiamo parlando? Risponde Amilcare Bodria, direttore dell’ente con sede in piazzale Barezzi: "Beh ricordiamo le grandi opere su canali di primaria importanza, all’interno della rete dei Canali Sanvitale, quali il Canale del Duca, il Canalazzo, il Forcello, il canale Grande, il Canale Vecchio e Nuovo e anche
il Canale di Fontevivo. Sugli adduttori primari abbiamo operato, in
particolare, per la ristrutturazione e l’adeguamento di alcune sezioni che
risultavano non più adeguate a sostenere l’aumentato carico d’acqua da
smaltire o interventi per l’automazione e il telecontrollo di alcune
paratie".
In una rete così complessa, come è stato possibile progettare tutte queste opere?
"Non avremmo potuto farlo senza una presenza diffusa sul territorio delle
maestranze della Bonifica Parmense – spiega Amilcare Bodria, direttore dello
stesso consorzio -. I nostri ingeneri, assieme ai tecnici, hanno individuato
e progettato questi interventi volti a permettere un ulteriore passo avanti
verso la maggiore sicurezza idraulica del territorio. Quindi abbiamo
appaltato le opere. Oltre agli interventi sui canali teniamo a ricordare,
sul fronte della sicurezza e a titolo d’esempio, la nostra azione per
coprire i canali che attraversavano aree pubbliche, costituendo pertanto
situazioni pericolose per la popolazione, come a Felegara e Noceto, o in
adiacenza ad aree scolastiche. Particolare attenzione abbiamo prestato al
contesto ambientale, prevedendo ad esempio la realizzazione di scale per la
risalita dei pesci o la ripiantumazione (a lato dei canali) di essenze
vegetali di pregio che, purtroppo, si erano sviluppate proprio nei canali,
costituendo situazioni di pericolo. Nella complessità della nostra rete,
inoltre, abbiamo attuato recuperi funzionali di impianti idraulici di alto
valore storico, come i mulino Mulinetto, di Gambarone e di Fontevivo. Li
preserviamo pur ammodernando la rete".
"Tra gli obiettivi – conclude Conforti – vi è anche quello di una migliore
gestione della risorsa idrica per l’irrigazione del patrimonio, unico e
secolare, dei prati stabili, così importanti oltre che per la zootecnia del
comprensorio, per l’ambiente. Quanto abbiamo attuato è solo una parte delle
nostre sfide future". Sarebbe? "Guardare con attenzione anche alla tematica energetica, ad esempio su Canale Canalazzo ci siamo premuniti di lasciare spazio a un intervento che potrebbe essere realizzato in un secondo tempo, per una centralina per la produzione di energia elettrica. Oppure gettare le basi per nuove soluzioni tecnologiche che, come avviene già da oggi, consentono di operare un
efficace telecontrollo dei manufatti e dei canali a beneficio della
sicurezza di tutti".