Il Presidente ANBI Francesco Vincenzi e il Direttore CER Paolo Mannini hanno accolto le Commissioni Ambiente e Politiche Economiche all’impianto del Palantone, cuore pulsante del sistema idrico del Canale Emiliano Romagnolo.
Il Canale Emiliano Romagnolo è la più grande autostrada dell’acqua d’Italia. E’ lungo 135 chilometri, più dell’intera costa dell’Emilia-Romagna (da Goro a Cattolica). Fornisce acqua all’agricoltura per irrigare oltre 200mila ettari di campi. Distribuisce 20mila metri cubi d’acqua all’industria e 30mila ai potabilizzatori. Per scoprire quest’opera, nata dalla lungimiranza degli amministratori emiliano-romagnoli degli anni Cinquanta, la commissione Ambiente (presieduta da Manuela Rontini) e la commissione politiche Economiche (presieduta da Luciana Serri) ha fatto visita all’impianto di sollevamento Palatone nel comune di Bondeno (Ferrara). Gestito dai consorzi di bonifica associati, il Cer corre dall’Emilia alla Romagna (fino alla provincia di Rimini): “L’acqua viene sollevata dall’impianto di Palatone – ha spiegato il Direttore generale del CER Paolo Mannini- per permettere al canale di portarla, con una pendenza di cinque centimetri al chilometro, fino a Rimini. E’ lastricato perché l’acqua così scorre più velocemente e la pendenza può essere contenuta nonché per limitare il consumo di energia. Il Cer è importante per l’agricoltura ma anche per l’industria e per l’uso domestico dell’acqua. Nel 2017 ha permesso agli albergatori di tenere le proprie strutture aperte durante l’estate”. Un’opera che ha quindi più funzioni: quella di garantire l’acqua all’agricoltura, assicurando l’approvvigionamento irriguo al 70 per cento della superficie irrigua dell’Emilia-Romagna, agli impianti industriali e alle città, oltre a quella di salvaguardare il territorio da inondazioni e piene. “Questo canale ha un’importanza strategica fondamentale- ha esordito Alan Fabbri della Lega nord– e lo dico con orgoglio rivendicando il lavoro che hanno fatto i nostri padri. Bondeno ospita anche un altro impianto importante, gestito dal consorzio di bonifica Burana-Stellata, che funge da impianto di sicurezza per governare l’afflusso e il deflusso delle acque”. Per Paolo Calvano del Partito democratico il Cer è “un’opera che tiene insieme l’Emilia con la Romagna perché dal Po, passando per il canale, viene garantita acqua a tutta la regione. E’ un esempio per tutta Europa anche per l’importante centro di ricerca che ospita”. La presidente Manuela Rontini ha invece sottolineato la “lungimiranza dagli amministratori di allora. Speriamo che anche noi, in vista dell’approvazione della strategia regionale sui cambiamenti climatici, avremo quella stessa lungimiranza. Oggi siamo qui sul campo per capire appieno l’importanza di opere che in questi anni hanno assicurato sicurezza idraulica alla popolazione e approvvigionamento di acqua per l’agricoltura dell’Emilia-Romagna”. Luciana Serri ha definito il Cer “un’opera strategica, una risorsa per la tutela del territorio e un grande centro di ricerca. Torneremo nel periodo estivo per concentrarci sulla ricerca che viene portata avanti”. Vicino all’impianto si trova anche un’altra opera strategica, gestita direttamente dalla Regione per la sua importanza: il Cavo napoleonico, un canale che collega il Reno al Po. “Ha la funzione di fa sfogare la piena del Reno nel Po- ha spiegato Marco Menetti, il direttore tecnico del Cer- di fare da cassa di espansione, quando l’acqua del Reno non può essere riversata nel Po, e anche far fare all’acqua il percorso inverso: dal Po al Reno. E’ un canale non lastricato e questo permette all’acqua di depurarsi naturalmente”.Francesco Vincenzi, Presidente ANBI conclude: “La legge del 2010 che ha riunito i consorzi di bonifica ha prodotto una gestione migliore del territorio. Oggi le sfide più importanti sono quelle dei cambiamenti climatici. Bisogna migliorare la gestione della risorsa idrica e per farlo l’Italia deve avere un ruolo centrale nella stesura delle politiche europee in materia”.