Lugo (RA), 25 settembre 2018 – Nell’approssimarsi della chiusura della stagione irrigua 2018 (partita nel mese di aprile), il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale può già tracciarne un primo bilancio. Alla fine di agosto, il volume d’acqua complessivamente distribuito per usi irrigui ammontava a 55,5 milioni di metri cubi. Se si considera che nel mese di settembre l’attività irrigua è stata piuttosto intensa per scongiurare l’effetto combinato di scarse precipitazioni e temperature eccezionalmente elevate, si può ipotizzare che, a fine stagione, il dato del volume distribuito sia sovrapponibile a quello dell’anno scorso, che fu di 63 milioni di metri cubi. Per quanto, infatti, vi sia la percezione diffusa di una stagione estiva più piovosa rispetto all’anno precedente, va detto che le precipitazioni hanno avuto una distribuzione estremamente irregolare. Nel raggio di pochi chilometri, nello stesso momento, si sono verificati episodi di nubifragio, di scarsa utilità ai fini della compensazione del deficit idrico, e assenza totali di precipitazioni. Nel suo complesso l’estate del 2018 è stata qualificata come la quinta più calda dal 1950. Inoltre, se si guarda al dato di piovosità del mese di luglio, che più di altri influenza l’andamento della stagione irrigua, emerge come esso sia pari ad appena il 40% della media del periodo 1993-2018, stando alle rilevazioni effettuate con il pluviografo installato nella sede del Consorzio a Lugo (RA). In queste condizioni, considerato il caratteristico assetto colturale del territorio romagnolo, non vi sarebbero produzioni agricole senza il costante supporto dell’attività irrigua e conseguentemente sparirebbe anche il tipico paesaggio rurale come si è venuto a connotare nel corso del tempo. Si stima che, grazie alla distribuzione d’acqua a uso irriguo, è preservata, nel solo comprensorio della Romagna Occidentale, una PLV di circa 250 milioni di euro, a cui va aggiunta la redditività dell’indotto, costituito dalle attività di commercializzazione e trasformazione insediate nel territorio locale. La fonte quasi esclusiva di approvvigionamento idrico di questo territorio è il Canale Emiliano Romagnolo (CER), opera idraulica di rilevanza nazionale che viene alimentata con una derivazione dal fiume Po per una portata concessa di 68 metri cubi al secondo di acqua. L’attività di distribuzione irrigua non impatta pertanto sul regime dei corsi d’acqua del territorio romagnolo, avendo una fonte esterna al loro bacino idrografico. Del volume complessivo distribuito, circa il 20% viene portato alle aziende agricole tramite reti di condotte interrate in pressione e gruppi di consegna muniti di contatore. Ciò consente di recuperare i costi dell’attività irrigua in proporzione ai singoli volumi utilizzati, il che rappresenta di per sé un efficace incentivo all’uso razionale dell’acqua. Tali condotte sono presenti principalmente nella porzione di comprensorio a monte del CER (alta pianura, ossia quella che si estende dal CER fino alla via Emilia da Faenza a Imola). La distribuzione tramite i canali di bonifica a cielo aperto, invece, avviene nella porzione di comprensorio a valle del CER (bassa pianura, ossia quella che si estende dal CER fino al fiume Reno, al confine con la provincia di Ferrara). «Per dare continuità alla distribuzione dell’acqua, il Consorzio attiva per tutta la stagione irrigua un servizio di reperibilità che copre anche i fine settimana e le giornate festive. Fino al 31 agosto sono state 6.700 le ore di reperibilità, di cui più della metà nei fine settimana», sottolinea Alberto Asioli, Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale. Ufficio stampa Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale: Pierluigi Papi, tel. 338 3648766 info@pierluigipapi.com
Stagione irrigua 2018: saranno circa 63 milioni i metri cubi distribuiti Primo bilancio per il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale
News - 25 Set, 2018
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