Bologna, 4 Settembre 2018 – Spiace constatare che l’imprenditore di un’importante ditta sementiera abbia riportato sulla stampa considerazioni errate e prive di ogni prova sperimentale certa. La cosa è ancora più sorprendente perché si dovrebbe ritenere che il Sig. Bacchi abbia delle buone conoscenze specifiche di tipo agronomico e fitopatologico.Ancora più approssimativa, errata e priva di attinenza con il tema della batteriosi è il suo giudizio sul costo dell’acqua: “Acqua venduta a caro prezzo…” mostrando un’assoluta mancanza di conoscenza approfondita del CER, delle sue molteplici attività e di quelle realizzate a beneficio diretto sul territorio quotidianamente dai consorzi di bonifica associati che non “vendono acqua”, ma svolgono una funzione pubblica e recuperano pertanto solo i costi della gestione: attività assolutamente non svolta a fini di lucro che non configura quindi alcun atto di vendita. Evidenziamo che i costi dell’acqua sono generati principalmente dai costi di gestione delle opere di sollevamento, trasporto e distribuzione della stessa risorsa idrica che giunge nel Cesenate dopo numerosi sollevamenti che generano inevitabilmente costi energetici ed un percorso di almeno 100 chilometri. Tra l’altro, è sufficientemente noto, soprattutto agli operatori del settore e portatori d’interesse, che l’acqua distribuita dal CER e dai consorzi associati al CER ha costi tra i più contenuti d’Italia e certamente più bassi dei costi energetici necessari che gli agricoltori sostengono per sollevarla dai pozzi profondi del Cesenate. Molti altri errori sono contenuti nelle citazioni riportate.d esempio si afferma che l’acqua del CER ha una elevata salinità e con dubbia qualità. Viceversa, ha una salinità molto bassa in tutte le annate (circa 280 microsiemens/cm), perciò migliore di quella dei pozzi nella pianura di Cesena. E’ noto, per esempio, che i trapianti di fragola (coltura molto sensibile alla salinità) hanno un attecchimento vicino al 100% se irrigati con acque CER, contro il 70-90% di quelli irrigati con acque provenienti dai pozzi. La qualità dell’acqua del CER è anche migliore di quella proveniente dal Po già discreta e migliorata rispetto al passato; infatti viene fito-depurata durante i 16 km di percorso nel Cavo Napoleonico portandola a caratteristiche qualitative idonee alla potabilizzazione (come avviene nei potabilizzatori NIP1 e NIP2 e Selbagnone di Forlimpopoli) e quindi certamente ottima per ogni uso irriguo.
Per quanto concerne il tema della batteriosi che l’acqua del CER provocherebbe alla cipolla vanno fornite indicazioni precise e non sommarie. Le infezioni batteriche della cipolla infatti sono prevalentemente causate da specie di Pseudomonas o Erwinia che sono batteri ubiquitari nelle acque stagnanti; le acque in movimento del CER non hanno mai fatto riscontrare attacchi parassitari, specie se l’irrigazione viene effettuata nelle più corrette ed in utili quantità e con sistemi irrigui adeguati all’utilizzo. Decine di prove sperimentali irrigue su cipolla condotte dal centro ricerche scientifiche del CER non hanno mai mostrato inconvenienti di batteriosi. Viceversa, si afferma che “è ormai una certezza” che ciò avvenga; infatti ignoti agricoltori ed un ignoto fitopatologo esperto lo hanno riferito, secondo il testo riportato dall’articolo dal sig. Bacchi, il quale non può non sapere che in agronomia non ci si può mai affidare a osservazioni e confronti empirici che portano spesso a erronee interpretazioni dei fenomeni, esse devono essere suffragate da risultati di confronti sperimentali tecnico-scientifici impostati con rigorosi criteri statistici. Se così facesse nell’ambito della sua attività di selezione genetica arriverebbe a produrre sementi di qualità non idonea.
Nella corretta pratica irrigua della cipolla bisogna tener conto che la batteriosi è stimolata dalle lesioni sulle foglie, provocate per lo più da piogge od irrigazioni battenti, vento forte e grandine. Dalle lesioni gli schizzi di acqua e fango possono così penetrare nella pianta causando le infezioni. Le cosidette “bombe d’acqua” e le grandinate, caratteristiche degli ultimi anni, hanno quindi incrementato gli attacchi di questo tipo. Di conseguenza l’irrigazione battente determinata da rotoloni con sprinkler mal regolati può potenzialmente provocare quanto descritto (lesioni alle foglie e schizzi di terra sulla vegetazione). Sulle colture maggiormente sensibili, come la cipolla, è quindi assolutamente da consigliare l’irrigazione per aspersione mediante rotoloni dotati di barra nebulizzatrice o mediante moderni impianti di micro-aspersione. Anche l’irrigazione con risorsa idrica proveniente da pozzo, effettuate con effetto battente e lesionante, può quindi provocare inquinamenti ed eventuali attacchi batterici alle tipologie di vegetazioni più fragili. Concludendo, è per noi del CER e consorzi associati molto amaro leggere queste errate critiche sul costo dell’acqua e sulla sua qualità, proprio quando nelle ultime annate l’enorme sforzo finanziario per la costruzione di impianti di distribuzione irrigua hanno portato il territorio irrigato a circa 200.000 ha, e la buona gestione ed organizzazione del Consorzio che è riuscito durante la siccità a non sospendere l’erogazione neanche per un giorno determinando la salvezza dell’agricoltura dell’intero territorio irrigato. Si stima infatti che nel siccitoso 2017 l’acqua del CER ha permesso di incrementare la Produzione lorda vendibile di oltre 400 milioni di euro, con un aumento medio della produttività di circa 1 euro per metro cubo distribuito. Il sig. Bacchi ha probabilmente trascurato che le affermazioni fatte a mezzo stampa, non suffragate nell’occasione, da evidenze scientifiche causano importanti e gravi danni di immagine al Canale Emiliano Romagnolo che si riserverà di intraprendere quanto sia utile per tutelare il proprio lavoro a sostegno avanzato del comparto agricolo e non solo.