Alla presenza delle autorità venerdì mattina alle 9 si terrà a Moglia l’inaugurazione dell’impianto gestito dall’Emilia Centrale danneggiato dal terremoto del 2012. Un’opera che servirà 90 mila ettari, 400 mila persone costato 20 milioni di euro. Ingente impegno della Regione Emilia Romagna che presenzierà col presidente Stefano Bonaccini
Reggio Emilia, Mercoledì 20 Giugno 2018 – I lavori di messa in sicurezza dell’impianto idrovoro storico (risalente al 1925) e di realizzazione dei tre principali manufatti che costituiscono il nuovo nodo idraulico di Mondine (Idrovora, Chiavica emissaria sul Fiume Secchia e Impianto irriguo) sono finalmente una realtà a beneficio della comunità e di un territorio molto esteso e produttivo, ricco di aziende agricole, opifici industriali, zone naturali con alti valori di biodiversità. L’opera idraulica ha subito un importante ammodernamento e una ricostruzione mirata dopo che il sisma del 2012 l’aveva pesantemente danneggiata compromettendone la totale funzionalità. Il complesso dei lavori realizzati sono particolarmente ingenti e ammontano a circa 20 milioni di euro, in massima parte finanziati dalla Regione Emilia-Romagna. Il nodo idraulico strategico, collocato al confine tra le Regioni Emilia- Romagna e Lombardia, ma ricadente per poche centinaia di metri nel territorio lombardo, serve un’ ampia area del comprensorio emiliano ed è gestito tecnicamente dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. La Regione Lombardia ha cofinanziato i lavori di consolidamento del fabbricato dell’idrovora storica. L’avanzata infrastruttura ha un ruolo indispensabile per il comprensorio sotteso e mette in sicurezza idraulica un bacino di oltre 90.000 ettari in cui sono presenti importanti centri urbani (Reggio Emilia, Carpi, Correggio, ecc.) che contano oltre 400.000 abitanti e, come detto, insediamenti manifatturieri di primaria importanza ed una produzione agricola di pregio. Oggi il l’innovativo impianto idrovoro di ultima generazione, perfettamente inserito nel paesaggio circostante e con un impatto ambientale quasi impercettibile essendo in gran parte sottoterra, è capace di sollevare fino a 50.000 litri al secondo per immetterli direttamente nel Secchia e nella nuova chiavica emissaria sul Secchia che protegge il territorio dalle piene del fiume. Inoltre il nuovo impianto di sollevamento irriguo garantisce la risorsa idrica per un’agricoltura di pregio in un’area di circa 30.000 ettari nella pianura modenese in sinistra Secchia che produce ed esporta pere, lambrusco e Parmigiano Reggiano. I lavori eseguiti nel corso di questi anni sono stati molteplici e di diversa natura e si sono resi necessari , nel doveroso rispetto del patrimonio artistico rappresentato dallo stesso manufatto, dopo gli effetti nefasti causati dal terremoto del maggio 2012 in particolare all’indomani del sisma del 29 maggio che aveva fortemente danneggiato l’idrovora storica con il crollo di uno spigolo della torretta ed altre lesioni molto gravi al fabbricato. L’intervento è stato complessivamente ultimato in 6 anni esatti dal terremoto con il collaudo dell’idrovora avvenuto lo scorso 4 giugno. La progettazione dell’impianto di Mondine è stata interamente ideata dai tecnici consortili e sono stati realizzati in massima parte da qualificate imprese locali. Gli apparati elettromeccanici utilizzano tecnologia nazionale. Particolare attenzione come anticipato è stata riservata all’esigenza di conservare e salvaguardare il valore paesaggistico ed architettonico del sito, mitigando, per quanto possibile, l’impatto dei nuovi manufatti e comunque cercando di mantenere un’armonia tra la parte nuova e quella storica.
Da questo punto di vista il sito rappresenta un modello-esempio, forse unico a livello nazionale, di un nodo idraulico al servizio delle tre funzioni storiche della bonifica : scolo, irrigazione e difesa idraulica ; in cui gli impianti storici, della prima metà del ‘900, sono affiancati da opere di ultima generazione.