“Il canale dello Spelta ha sei secoli di storia e venne ideato dai feudatari imperiali. Ma a salvarlo e dargli nuova vita sarà la più moderna e meno impattante tecnologia disponibile, utilizzando anche un brevetto tutto italiano e unico nel suo genere. Quest’ultimo sarà impiegato, per la prima volta, nell’intervento più lungo in Europa”. Paolo Conforti, presidente del Consorzio della Bonifica Parmense, annuncia così l’inizio dei lavori sul canale più antico e importante del comprensorio della Parmense, gravemente compromesso nella sua funzione irrigua (900 ha serviti) e produzione di forza motrice (5 molini ancora attivi su di esso).

“La acque dello Spelta – ricorda Conforti – arrivano dall’Enza dalla traversa di Cerezzola, dove sono convogliate da subito nel reggiano col canale d’Enza. Qui, più a valle a ridosso del ponte per Traversetolo, una ingegnosa condotta (realizzata negli anni Quaranta del Novecento) sottopassa il livello del fiume portando le acque irrigue nel parmense, iniziando da Guardasone”. “Lo Spelta – spiega il presidente – attraversa Traversetolo, Montechiarugolo e San Lazzaro Parmense e, con diverse diramazioni, sostiene il meglio delle produzioni agricole della nostra provincia, oltre a sostenere un valore ambientale notevole”.

Eppure sono emersi fenomeni di criticità.

“Sì – risponde il presidente della Parmense – primo fra tutti la vetustà. Il Canale dello Spelta ha una portata media di 1.200 litri d’acqua al secondo, con punte di 2000 a maggio e di soli 100 litri d’estate. Siamo consapevoli delle perdite in particolare nelle parti collinari, per la mancanza di rivestimento nella condotta, ma anche per le difficoltà di manutenzione lungo i 30 chilometri di lunghezza del canale, i 10 di diramazioni, in zone ormai fortemente antropizzate, oppure alla presenza di alberi sulle sponde. In alcuni tratti, addirittura, si rischiava la tracimazione. Un costo cui non potevamo derogare”.

Ed ecco il più importante progetto della Bonifica Parmense, finanziato dal Ministero per le politiche agricole e forestali, che sullo Spelta si avvia a impegnare 10 milioni di euro. Opere avviate nel rispetto del Piano di Tutela delle Acque, della Regione, condivise nel tavolo di lavoro congiunto con provincia di Parma e Reggio Emilia. Obiettivo affrontare il problema idrico, sfruttare al meglio le risorse idriche, contenendo anche le perdite. Con 7 milioni e 500 mila euro complessivi si sosterrà la ristrutturazione della parte aerea del canale, mentre con 2 milioni e 500 mila euro si ristrutturerà il ‘canale sotterraneo’ che, passando proprio sotto l’Enza, porta l’acqua dal Reggiano al Parmense.

“E’ un tratto di 420 metri – spiega il presidente Conforti – che era compromesso. L’alternativa era tra demolirlo-rifarlo o ammodernarlo. Utilizzando una applicazione italiana, abbiamo pensato di spendere meno e inserire un manicotto resinoso al suo interno. Non ci saranno più perdite. L’eccezionale tecnologia impiegata è stata osservata da alcune delegazioni straniere provenienti da Turchia, Francia, Belgio e Spagna che, presto, dovranno valutare l’impiego delle medesime soluzioni nei loro paesi”.

Nella foto: il cantiere sullo Spelta 

 

 

 IL BREVETTO UTILIZZATO DALLA PARMENSE

Le tv controllano le meraviglie
dell’opera idraulica ‘sotto’ l’Enza

I lavori di consolidamento del sifone sottopassante il torrente Enza, a servizio del Canale Spelta, il località Guardasone, sono stati appaltati dal Consorzio della Bonifica Parmense. Ditta aggiudicataria del lavoro è la Costruzioni Grenti che, per la specificità dell’intervento, si è rivolta alla S3 Soncini di Poviglio, titolare del brevetto utilizzato in tutto il mondo.

Tecnicamente di che tipo di opera si tratta?

“Sul posto è stata trasportata una guaina in materiale resinoso, molle e avvolta su se stessa alle basse temperature – spiega l’ingegner Gabriele Andretti, del Consorzio di Bonifica Parmense e direttore lavori -. Poi, questo materiale resinoso diventerà definitivamente duro quando esposto ad alte temperature. Prima, allora, con del ghiaccio secco si è provveduto al trasporto della guaina, precedentemente realizzata in stabilimento, quindi la si è inserita nel canale sotterraneo sotto l’Enza, preventivamente svuotato e messo in sicurezza. Inserita la guaina nel condotto (un tubo nel tubo, insomma), si procede a inserire acqua calda, portata a 80° C da 4 tir caldaia capaci di generare oltre 6 milioni di chilocalorie all’ora. L’acqua calda fa divenire dura la guaina inserita che, così, diventa dura per sempre. Abbiamo rifatto la parete interna del sifone senza impattanti opere di demolizione e ricostruzione. Inoltre, l’inserimento di questa guaina diminuisce la scabrezza del condotto che, così, sarà capace di convogliare più acqua”.

Un intervento difficile?

“Una tecnologia che si usa dagli anni Novanta, ma che viene eseguita nel rispetto della sicurezza del lavoro, per cui abbiamo appaltato anche 45.000 euro di oneri per la sicurezza, non soggetti a ribasso. Il condotto prima e dopo l’intervento con l’inserimento della guaina è ispezionato da riprese televisive”.

“Entro il 18 aprile – conclude l’ingegner Andreetti – questi lavori saranno conclusi ed entro ottobre avremo realizzato le opere accessorie, tra le quali una scogliera antierosiva a valle e uno scivolo di risalita dei pesci”.

 

 NOTA SUL BREVETTO FOREVERPIPE

Il prodotto fabbricato dalla società S3 Soncini s.p.a. denominato “Foreverpipe®”, è coperto da brevetto per invenzione industriale rilasciato dal Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato – Direzione Generale per lo sviluppo produttivo e la competitivita’ dal 1998 e riguarda il rivestimento interno per tubazioni e/o condotte in pressione. Ulteriori infot: http://www.foreverpipe.com/ita_sistema_brevetto.htm