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Lugo (RA), 27 novembre 2017 – Sarà per le abbondanti piogge che hanno colpito il nostro territorio tra il 12 e il 13 novembre, evento con un tempo di ritorno collocabile tra i 25 e i 50 anni, fatto sta che negli ultimi giorni sembra essersi un po’ allentata l’attenzione sulla gravissima emergenza idrica che ha caratterizzato l’anno in corso. Solo gli sforzi silenziosi, ma ciò non di meno straordinari, dei vari operatori addetti alla gestione delle risorse idriche hanno potuto evitare che una crisi meteorologica diventasse anche un dramma economico; basti pensare all’importanza nel tessuto economico romagnolo del settore agro-alimentare, duramente colpito dallo stato di prolungata siccità. Tra i principali attori di questa attività di soccorso all’economia del territorio, oltre che alla sicurezza idraulica, c’è il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale. Nel distretto di pianura, in larga parte coincidente con il territorio a valle della via Emilia tra Sillaro a ovest, Lamone a est e Reno a nord (comuni di Imola, Mordano, Sant’Agata, Massa Lombarda, Conselice, Alfonsine, Fusignano, Lugo, Cotignola, Bagnara, Solarolo, Castel Bolognese, Faenza, Bagnacavallo, Ravenna con gli abitati di Savarna, Sant’Alberto, Mandriole, Casalborsetti) il Consorzio ha in gestione diretta un reticolo di 1.000 km di canali di scolo che all’occorrenza fungono anche da vettori irrigui, nonché un’estesa rete di condotte interrate in pressione, alimentate da centrali di pompaggio. La fonte di approvvigionamento idrico pressoché esclusiva è rappresentata dal CER – Canale Emiliano Romagnolo, opera idraulica di rilevanza nazionale che a sua volta si alimenta con una derivazione dal fiume Po concessa per una portata di 68 metri cubi al secondo, di cui circa 15 metri cubi al secondo riservati al comprensorio della Romagna Occidentale. Nell’anno in corso si è registrato il record storico dei dati di funzionamento del Canale Emiliano Romagnolo, con un volume complessivo d’acqua prelevato dal Po di ben 285 milioni di metri cubi. Ciò è dovuto sicuramente all’andamento straordinariamente siccitoso che ha colpito particolarmente proprio la Romagna occidentale, dove si è verificata una micidiale coincidenza di assenza di precipitazioni e di temperature elevatissime. Molto significativo è il dato rilevato dal pluviografo installato presso la sede di Lugo del Consorzio, relativo alla pioggia cumulata fino al 30 settembre: soltanto 289 mm contro una media calcolata sulla serie storica dei dati degli ultimi 25 anni pari a 425 mm. Si è quindi registrato un calo delle precipitazioni medie di ben un terzo, che rappresenta il secondo caso critico della serie statistica, appena sotto il dato del 2003. Al termine della stagione irrigua il volume complessivamente distribuito nel territorio di pianura della Romagna Occidentale è stato di circa 63,5 milioni di metri cubi, superiore del 35% al dato di 47 milioni rilevato l’anno precedente, che pure si era caratterizzato per un andamento meteorologico di massima siccitoso. Questo impegno straordinario si riflette anche nel dato dei consumi energetici per pompare l’acqua che, rispetto all’anno precedente, sono aumentati del 45% nei sistemi irrigui in pressione, con un picco, registrato nel mese di giugno, addirittura del 103%, che diventa un + 143% rispetto al giugno 2015. «Per garantire la continuità del servizio, si è dovuti ricorrere massicciamente a prestazioni straordinarie per un totale di 3.000 ore, mentre le ore di reperibilità complessive sono state circa 8.500. Un grande sforzo, quindi, per tutto il personale del Consorzio che ha saputo ancora una volta fare squadra per fronteggiare una situazione critica per il nostro territorio», sottolinea Alberto Asioli, Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.