E’ un Natale di sonni tranquilli per il territorio e, a suo modo, sarà Natale anche per Monica. 42 anni, geometra di Novellara, Monica Vecchi ha una responsabilità di tutto rispetto: in un territorio che spazia da Modena a Reggio: quella sera sarà il capo, di turno, dei guardiani della Bonifica Parmigiana Moglia Secchia chiamati, anche se in pochi lo sanno, a lavorare per la sicurezza di tutti, 24 ore su 24. Uno staff di 20 persone in reperibilità, pronti a diventare il cuore pulsante della provincia in caso di emergenza acqua: a loro il compito di vigilare e comandare vene e arterie (canali) presenti sul territorio, valvole (chiuse) e impianti meccanici (gli idrovori). “Erano i primi anni Novanta – ricorda Monica – e quell’anno fu piena. I cappelletti mi si raffreddarono nel piatto, perché lavorammo per attivare tutte le procedure d’emergenza e, ancora, telefonini e palmari non c’erano. Il mio sogno, quest’anno, sarebbe di potere comunque rimanere coi miei genitori, la mia nipotina. Anche se oggi il clima è cambiato parecchio”. Stamane Po e Secchia scorrono tranquilli, ma è in arrivo un peggioramento. Come fate a sapere se piove o nevica da Modena a Reggio? “Abbiamo un sistema di monitoraggio che funziona di continuo, con sensori nel territorio (pluviometri), di livello (sulla rete canali) e qualche misuratore di portata (nel canale a Boretto, per sapere quanto si può scaricare). Questi trasmettono al centro di telecontrollo in pochissimi secondi. Se non ci sono problemi è una fase di normale attenzione: mi sono richiesti due momenti di controllo al giorno, compilando una scheda di attività”. Cosa succede se a Natale scende acqua dal cielo? “Che dobbiamo garantire che il territorio non si allaghi, perché, come noto, il livello degli argini dei fiumi Po e Secchia è ben più alto della pianura. E’ per questo che da venerdì notte al 7 gennaio disponiamo, comunque, 20 persone in reperibilità. Oltre alla mia figura, abbiamo personale di sorveglianza agli impianti idrovori (a Mondine San Siro e a Boretto), alle chiuse e agli impianti. Sono pronti scavatoristi per intervenire su problemi alle arginature e agli stessi impianti idrovori (dove non deve arrivare materiale occludente), così come autocarri con gru per aprire chiuse, paratoie o per il trasporto di motopompe e materiale d’emergenza. Poi su tutto il comprensorio abbiamo dislocati dieci operai idraulici. In caso di piena un addetto presiede il centro di telececontrollo nel Palazzo della Bonifica in Corso Garbali, attivando così la sala operativa 24 ore su 24”. Ma in caso di emergenza entra in gioco un’altra figura femminile: Paola Zanetti, ingegnere, dirigente d’area, responsabile del servizio di piena: “Se alcuni livelli superano una soglia di attenzione entriamo nella fase di preallarme: il capo dei guardiani comanda le prime manovre e vengo contatta per decidere l’occorrente. Se entriamo in fase di allarme, si attiva il servizio di piena, in questo caso si coinvolge anche la direzione per l’attivazione degli idrovori. In situazioni di pericolo ci si coordina con gli altri enti, quali Comuni, Provincia, Autorità di Bacino, Protezione civile”. Avete una bella responsabilità su territorio tra due province che per più di un terzo non si allaga per merito degli impianti di bonifica… “Sì – rispondono all’unisono Paola e Monica -, è sicuramente impegnativo, ma è di grande soddisfazione. Anche se di solito le acque fanno notizia solo quando allagano, noi lavoriamo perché questo non succeda. Sarà così anche l’ultimo dell’anno, così come è stato per tutti i 364 giorni precedenti”.
I NUMERI DELLA TRANQUILLITA’
Peggioramento in arrivo: se Babbo Natale porta l’acqua… tutto pronto per il deflusso
Ecco la rete della Bonifica Parmigiana Moglia Secchia, in silente lavoro nel periodo di Natale. Un comprensorio di 2.143 km quadrati, una rete di oltre 2.000 km di canali, tre 3 impianti per il sollevamento delle acque (dai canali di scolo ai fiumi recettore), capaci di ‘smaltire’, assieme, oltre 150 mc d’acqua al secondo. Poi ci sono le casse di espansione, ovvero aree allagabili dove è possibile stoccare certi quantitativi di acqua: i tre Bacini di Novellara (10 milioni di metri cubi), la cassa di espansione al servizio del Cavo Tresinaro (a Rio Saliceto, 2,5 milioni di metri cubi), più altre otto piccole casse di espansione a servizio dei centri urbani. A questo reticolo, si aggiunge una serie di manufatti che consentono di spostare acque da un bacino all’altro della Bonifica.
Nella foto sopra: il geom. Monica Vecchi