L’impianto idrovoro ‘Pilastresi’ del Consorzio di Burana è stato il 5 settembre scorso teatro di una esercitazione della Protezione civile, denominata ‘Rotta Omega 2 Foce Po’, ha coinvolto diverse province, tra cui Ferrara, dove ha sede, appunto, uno dei principali impianti dell’Ente di bonifica modenese.
L’impianto Pilastresi venne costruito tra gli anni 1928-37 e all’epoca, per la duplicità delle funzioni di scolo e derivazione, venne definito il più importante impianto d’Europa.
Il Pilastresi è dotato di quattro gruppi di sollevamento, ciascuno costituito da pompe centrifughe ad asse orizzontale, che possono essere azionate da un motore diesel da 2000 HP o da un motore elettrico da 640 HP. Nel 1986 e nel 1990 due dei quattro motori diesel sono stati sostituiti da motori elettrici da 3000 HP.
All’esercitazione odierna, realizzata grazie anche alla collaborazione della Regione Emilia Romagna, ha partecipato una delegazione rumena. Il progetto rappresenta il completamento di un’esperienza avvenuta nel 2006 denominata "Rotta Omega 1" che ha visto la realizzazione, da parte di un cospicuo numero di volontari, di un viaggio lungo il corso del Po.
Il percorso si proponeva di contribuire alla formazione dei volontari di fronte alle emergenze fluviali e alle situazioni di rischio idrogeologico, di favorire la costruzione di legami con altri gruppi di protezione civile operanti lungo il corso del fiume e di raccogliere documentazione relativa alle condizioni del fiume da utilizzare con finalità informative.
Il progetto ora è in fase di completamento e le operazioni si sono svolte nella cornice del ‘Pilastresi’ messo a disposizione dal Burana. "Sono state eseguite una serie di attività tecnico pratiche all’esterno dell’impianto stesso legate al rischio idraulico – spiega Gianni Chiarelli, direttore del Consorzio di Burana – operazioni come, ad esempio, la formazione di coronelle, sacchetti di sabbia, telonature svolte dai volontari coinvolti".