REGGIO EMILIA (14 maggio 2007) – “Stiamo mettendo a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare mondiale” Anna Maria Martucelli, direttrice dell’Associazione Nazionale delle Bonifiche italiane (Anbi) non ha usato mezzi termini intervenendo al convegno “Risorse idriche e irrigazione nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Parmigiana Moglia-Secchia: quali prospettive?”, svoltosi questa mattina alla sala convegni di via Filangeri.
“Il nostro obiettivo – ha introdotto Marino Zani, presidente dell’ente consortile – è proprio quello di presentare ad autorità, amministratori e tecnici del settore le iniziative e i progetti che mettiamo in atto per affrontare la ‘sfida delle acque”.
Un percorso ardito, perché il quadro, è di quelli che preoccupano. A parlarne, dati alla mano, è stato Stefano Tibaldi, direttore del Servizio Idrometeorologico dell’Arpa Emilia Romagna: “Nel mondo e in Italia le emissioni di gas serra (CO2 in testa) sono in crescita da inizio Novecento, indipendentemente dal protocollo di Kyoto, di per sé insufficiente a rimediare agli squilibri in atto. Nel nostro Paese la temperatura media è passata da 13,8 a 14,8 C e aumenterà di altri 2°-5°C entro il 2100. In Emilia Romagna e nel Nord Italia questo rialzo è stato di ben due gradi. Calano leggermente le precipitazioni, nevica molto meno, si ritirano i ghiacciai e le piogge sono sempre di violenza maggiore. Aumenta il rischio di alluvioni e di siccità nei mesi d’estate”.
Di qui la preoccupazione di Anna Maria Martucelli, che ha altresì invitato il governo ad andare oltre la proclamazione dello stato d’emergenza “Che di per sé non basta, perché poi dovrebbero seguire ordinanze che ancora non ci sono”.
Tra gli esempi più eclatanti in risposta alle mutate condizioni, quella del Consorzio di Bonifica Parmigiana Moglia Secchia che, da sola, nel 2006 è riuscita a risparmiare 35 milioni di metri cubi di acqua ‘non prelevati da Po’. Il merito? “Siamo stati tra i precursori dell’applicazione del piano di conservazione per il risparmio idrico – ha spiegato Salvatore Vera, direttore del consorzio di corso Garibaldi -. Siamo stati chiamati dalla Regione a sperimentare nuovi strumenti strutturali e gestionali coi quali, entro il 2016, contiamo di risparmiare il 50% dell’acqua ad oggi impiegata. In progetto invasi a basso impatto ambientale, il recupero dei reflui ad uso irriguo del depuratore di Mancasale, l’impermeabilizzazione dei canali, la riduzione degli sprechi, la ristrutturazione degli impianti, un consiglio irriguo per gli agricoltori e utilizzare una tariffa binomia per incentivare sistemi di irrigazione a basso consumo. Si potranno così risparmiare circa il 39% dei costi energetici, con un risparmio di 900.000 euro per migliorare la stessa rete irrigua”.
Tra i sistemi d’avanguardia per irrigare solo quando serve, il sistema informatico Irrinet, attraverso il quale gli agricoltori possono ricevere anche sul cellulare le indicazioni per l’irrigazione più opportuna “E’ attraverso il bilancio idrico che possiamo dare alle piante solo l’acqua di cui hanno effettivamente bisogno”, ha spiegato Roberto Genovesi – Responsabile servizio Irrinet Canale Emiliano Romagnolo.
Non ultimo l’impegno della Regione. Rosanna Bissoli, responsabile del Servizio Tutela e risanamento risorsa acqua: “La nostra regione si è dotata del Piano di Tutela delle acque. Ai consorzi chiediamo il miglioramento delle reti di adduzione e distribuzione delle acque e interventi per l’accumulo delle risorse irrigue (solo a Reggio sono previsti progetti per recuperare ben 15 milioni di metri cubi d’acqua)”.
Oltre a un vasto pubblico, al convegno erano presenti le rappresentanze delle associazioni agricole, rappresentanti delle amministrazioni pubbliche anche di altre province, il Servizio Tecnico di Bacino, rappresentanti dell’Arpa, Roberta Rivi, assessore provinciale all’agricoltura, Leana Pignedoli, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato, l’onorevole Maino Marchi e l’onorevole Emerenzio Barbieri.
All’ingegner Pinelli il premio “Poncemi” della Bonifica
Una sala commossa e in piedi ha accolto con un prolungato applauso l’attribuzione dell’annuale premio “Gianfranco Poncemi”. Il riconoscimento per il 2006 è stato attribuito, dalla Bonifica Parmigiana Moglia Secchia in occasione del convegno in via Filangeri, all’ingegner Marco Pinelli. Un premio a memoria dello storico presidente dell’ente consortile e consegnato dalla moglie Giancarla Rinaldi all’autore dello “Studio di fattibilità per una rete acquedottistica ad uso pluvirriguo ed elettrico nella pianura reggiana e modenese”.
Le motivazioni del riconoscimento le ha espresse Salvatore Vera, direttore Bpms, nel ricordare che “l’applicazione del progetto dell’ingegner Pinelli potrebbe consentire di adottare un sistema irriguo a basso consumo con utilizzo sia di acque di Po, che Appenniniche, con le quali altresì produrre 6.000 megawatt ora, equivalenti a buona parte del consumo energetico del consorzio di bonifica”.
“Un premio nella gioia perché il lavoro del dottor Poncemi era un costante contributo positivo al lavoro delle bonifiche” ha ricordato Anna Maria Martucelli, direttrice dell’Anbi.