Roma, 13 maggio 2017 – Se l’Italia, pur “a macchia di leopardo”, soffre un’annunciata crisi idrica, è soprattutto al Nord che l’allarme è rosso: è quanto emerge dai dati resi noti dall’ANBI e riguardanti gli invasi di interesse dei Consorzi di bonifica. La disponibilità d’acqua al Nord è praticamente dimezzata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con apice in Emilia Romagna, dove è stato richiesto lo stato di calamità naturale e dove si segnala una disponibilità di meno di 5 milioni di metri cubi (a Maggio 2016 erano oltre 18 milioni). Crescono, in Lombardia e Veneto, le preoccupazioni soprattutto per la rapida discesa del livello del lago di Garda, oggi al 49,6% del riempimento: cm. 76,6 contro una media storica, nel periodo, pari a 106 centimetri. Sotto la media storica è sceso anche il livello del lago di Como, oggi all ’86,2% della capacità di riempimento: cm.86,8 contro una media di cm. 100,8. A ciò, va aggiunto che gli invasi montani trattengono acqua pari a circa il 20% della capacità, assolutamente insufficiente a sostenere i fabbisogni irrigui per la stagione in corso; la continua mancanza di precipitazioni sta aggravando, in particolare, la disponibilità idrica dei bacini montani del fiume Adige. In Toscana, una grave crisi idrica si registra in Maremma dove è stato chiesto lo stato di emergenza idrica alla Regione per la scarsità di precipitazioni: -50% rispetto all’anno scorso (dal 1° Dicembre 2016 ad oggi, su alcune località del grossetano, sono caduti appena 50 millimetri di pioggia) con conseguenze drammatiche per il territorio e l’agricoltura. Al Sud sono Basilicata, Calabria e Campania, le regioni a “soffrire la maggiore sete”: se, in termini assoluti, è la Lucania a registrare il maggiore decremento (la disponibilità odierna è di 382 milioni di metri cubi, mentre a Maggio dell’anno scorso erano 528 e la Regione ha convocato, il 19 Giugno, un tavolo per l’emergenza idrica), sono i dati calabresi e campani ad evidenziare la drammaticità della stagione 2017: le disponibilità idriche sono dimezzate dallo scorso anno e sono poco più del 30%, se le si paragona al non lontano 2010. Nel Lazio, il 2017 è l’anno con minore precipitazioni dal 2009; i bacini attualmente hanno disponibilità pari a circa la metà di quella media. Criticità idriche si registrano anche in Sicilia e Sardegna. In quest’ultima è particolarmente allarmante la situazione della Nurra, nella zona nord-occidentale dell’isola, i cui bacini sono riempiti dal 20 al 30% della capienza. Un focus particolare va dedicato al comprensorio della Gallura, in Sardegna dove, in una situazione difficile, si acuisce il conflitto fra interessi gravanti sulla risorsa acqua: la carenza di risorsa idrica, dovuta alle scarse piogge ed all’insufficienza del solo bacino del Liscia, “esplode” annualmente con l’avvio della stagione turistica e l’aumento di richiesta per uso potabile dalle zone balneari, creando il paradosso dello sviluppo di un settore economico a discapito di un altro, tradizionale ed indispensabile: quello agricolo. “Di fronte a questo scenario, da noi ampiamente anticipato con la richiesta dell’attivazione di tavoli di concertazione fin dallo scorso Gennaio – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – c’è una sola scelta: un piano nazionale degli invasi, soprattutto al Nord, per trattenere le acque di pioggia, abbinando funzioni agricole, ambientali e di salvaguardia idrogeologica. La crisi idrica non è solo un problema del settore agricolo, cui spetta la priorità d’utilizzo dopo l’uso umano, ma interessa molteplici funzioni economiche del territorio e, stante l’abbassamento delle falde, obbliga a riflettere anche sul futuro della risorsa idropotabile come testimonia la decisione esemplare del Sindaco del comune di Asolo, nel trevigiano, che ha bloccato il proliferare di piscine ad uso privato”. “Tra pochi giorni sarà la Giornata Mondiale contro la Desertificazione e la Siccità: sono temi, che ormai non possono essere estranei anche alla nostra cultura” conclude il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano. In tutta Italia, i Consorzi di bonifica, che in molte zone avevano dovuto anticipare la stagione irrigua a causa della scarsità di precipitazioni, stanno attuando piani per il risparmio della risorsa idrica, fornendo indicazioni per il più efficiente utilizzo dell’irrigazione, ricorrendo alle più moderne tecnologie (dai droni ai satelliti) per ottimizzare la funzione di ogni goccia d’acqua.
EMERGENZA IDRICA: I DATI ANBI CERTIFICANO UN’ITALIA ASSETATA. I CONSORZI DI BONIFICA SONO IMPEGNATI AD OTTIMIZZARE L’USO DELL’ACQUA IRRIGUA, MA NON BASTA, SERVE UN PIANO NAZIONALE DEGLI INVASI
News - 13 Giu, 2017
Archivio: News