Roma, 9 giugno 2017 – In merito al progetto di ricerca di idrocarburi nell’area “Fantozza” (nei comuni di Guastalla, Novellara, Reggiolo, Campagnola Emila, Fabbrico, Reggiolo, Rolo, Rio Saliceto), l’ANBI, su indicazione dei Consorzi di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) e Terre dei Gonzaga in destra Po (con sede a Mantova), evidenzia che la sicurezza idraulica di tali territori è stata raggiunta solamente all’inizio del XX secolo, grazie ad un sistema di canali ed impianti, progettato e realizzato sulla base di livelli altimetrici ben definiti. Gli effetti della subsidenza (fenomeno correlato anche alle estrazioni dal sottosuolo) potrebbero mettere in difficoltà il delicato sistema idraulico di bonifica, causando danni non solamente alle coltivazioni agricole, ma anche agli insediamenti abitativi, produttivi ed infrastrutturali, realizzati dal dopoguerra, spesso proprio in aree vallive, rese salubri dalla bonifica. “L’equilibrio idraulico delle pianure italiane – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – costituisce il frutto di una secolare attività di manutenzione e di programmazione del territorio. Questa situazione di delicato equilibrio viene data superficialmente per scontata mentre, nella realtà, è costantemente messa a repentaglio da fattori quali il continuo consumo di suolo ed i cambiamenti climatici in atto. Per questa ragione molti territori di bassa pianura, come quella interessata dal progetto Fantozza, sono significativamente esposti al rischio di alluvioni ed allagamenti, accentuato dall’irrefrenabile aumento dell’urbanizzazione.” “Il tema della subsidenza – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – è stato oggetto di un’apposita riunione, da noi convocata nei giorni scorsi a Rovigo, capoluogo di quel Polesine, dove il territorio non si è ancora stabilizzato a seguito delle estrazioni negli anni ’50. Eppure, nonostante il pericolo ed i grandi investimenti pubblici finora necessari per adeguare le infrastrutture all’abbassamento progressivo del suolo, periodicamente c’è chi ripropone la ripresa delle trivellazioni!” ANBI invita pertanto gli organi competenti a valutare, approfonditamente e senza pregiudizi, gli effetti, che l’estrazione di idrocarburi potrebbe determinare, causando l’aumento del fenomeno della subsidenza, sul sistema idraulico di aree a conclamato rischio.
TORNA IL PERICOLO DELLA SUBSIDENZA. LA DENUNCIA DI ANBI: “E’ IRRESPONSABILE PENSARE A TRIVELLAZIONI IN AREE A CONCLAMATO RISCHIO IDRAULICO, POTREBBERO PREGIUDICARE IRRIMEDIABILMENTE L’EQUILIBRIO DEL TERRITORIO”
News - 9 Giu, 2017
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