C’è un’istituzione medievale che cambia. Complici il tempo, quello cronologico, che passa, e il tempo, quello meteorologico, che cambia inaridendo i campi e le falde. Dopo secoli di storia tre degli undici consorzi irrigui che operano in Val d’Enza decidono di trasferire la gestione irrigua al Consorzio di Bonifica Bentivoglio Enza.
I consorzi irrigui sono enti che hanno come scopo primario la gestione e distribuzione dell’irrigazione dei terreni dei propri associati, per lo più agricoltori.
Emilio Bertolini, presidente del Consorzio di Bonifica Bentivoglio Enza: “Abbiamo adottato la gestione irrigua che dei Consorzi irrigui privati Vicedomini, da metà del 2006, e Costa Aiola e Barco, da quest’anno. Sono consorzi la cui origine è riconducibile all’epoca medievale: l’istituzione del consorzio di Barco risale al 1359 con concessione di Obizzo d’Este, il consorzio Vicedomini è stato costituito in forza delle convenzioni con Borso d’Este nel 1462”.
Cosa accadeva e cosa accade ancora oggi?
“Che gli agricoltori che hanno bisogno di acqua – spiega Bertolini – fanno richiesta al proprio consorzio di appartenenza per poter irrigare. Questi ultimi, attingo acqua chi dall’Enza, dalla traversa di Cerezzola (da noi gestita), da falde di conoidi dell’Enza, da pozzi di falda o da gallerie filtranti in subalveo all’Enza. Un sistema poco razionale, perché l’acqua è così distribuita a macchia di leopardo, quando invece per abbattere costi e consumo, occorrerebbe una distribuzione lineare”.
“Con l’obiettivo primario di risparmiare la poca acqua che abbiamo – aggiunge Vito Fiordaligi, direttore del Consorzio di Bonifica -, e di semplificare la turnazione della distribuzione, abbiamo quindi assunto la gestione dei tre principali consorzi irrigui privati”. “Questo passaggio non significa lo scioglimento dei consorzi medesimi – aggiunge Fiordaligi -, che invece rimangono costituiti. La Bentivoglio Enza gestirà l’acqua dei canali integrandola con il complesso sistema irriguo presente nell’area. Un percorso che adotteremo in via sperimentale per due – tre anni, per valutarne la validità, ma i primi risultati sono incoraggianti. Cosa cambia ora per gli agricoltori? La turnazione resta immutata, verosimilmente disporranno di più acqua e a costo inferiore”.
“Questa gestione – conclude il presidente Bertolini – ci consentirà di integrare i canali dei consorzi privati nel nostro sistema di scolo e difesa dei territorio. Corsi d’acqua che diversamente rimarrebbero abbandonati nei periodi al di fuori della stagione e che, invece, rappresentano importanti vettori di allontanamento delle acque piovane anche per i centri abitati. Non solo, a causa della carenza di risorse finanziarie, la rete idrica dei consorzi privati è spesso obsoleta: la manutenzione di questa rete è tra i primi obiettivi degli accordi stipulati. E’ auspicabile che anche gli altri maturino la decisione di un confronto costruttivo per una gestione unica della acqua irrigua”.
ORIGINI E CURIOSITA’
I Consorzi irrigui, negli antichi canali scorre sangue blu
Nel comprensorio della bonifica Bentivoglio Enza, zona alta pianura, sono presenti numerosi consorzi privati di miglioramento fondiario, di antica istituzione, che oggi hanno come scopo primario la gestione e distribuzione della irrigazione dei terreni dei propri associati.
I principali consorzi sono: consorzio di Bibbiano, Consorzio di Barco, consorzio Vernazza, consorzio Quarto Cavriago, consorzio Pozzoferrato Piazza, consorzio S. Polo, consorzio Costa Aiola, consorzio Vicedomini, consorzio delle Dirotte, consorzio S. Luca, consorzio Gaida, tutti ubicati fra i comuni di S.Polo, Bibbiano, Montecchio, Cavriago, Canossa, S. Ilario e Reggio Emilia
Il comitato amministrativo del Consorzio Bentivoglio Enza ha deliberato l’assunzione della gestione irrigua dei consorzi privati: consorzio Vicedomini; consorzio Barco; consorzio Costaiola (Montecchio). Ricca è la loro storia.
Consorzio di miglioramento fondiario di Barco (Bibbiano): trae la sua origine ed ha il suo fondamento dalle sovrane concessioni 15 dicembre 1359 di Obizzo d’Este, decreto 1 giugno 1624, da varie grida, fra cui quella tuttora in vigore del 19 giugno 1723 e quella del 20 aprile 1769 ed infine dalle antiche consuetudini che con le accennate concessioni costituiscono i diritti del canale stesso, specialmente per quanto riflette la derivazione delle acque dal torrente Enza ed il loro uso.
Consorzio miglioramento fondiario Vicedomini (Montecchio) è costituito in forza delle convenzioni e capitoli Borsiani 8 luglio 1462 e del regolamento Malaguzzi 7 maggio 1841.
Consorzio di miglioramento fondiario Costa Aiola (Montecchio). Risulta esistere fin dal 1462 a seguito delle disposizioni sui diritti legittimi sulle acque del canale d’Enza, emanate dalle grida del duca Borso d’Este 8 luglio 1462, dai capitoli e convenzioni del duca Alfonso di Ferrara 2 aprile 1566, dalla concessione Agostino Paradisi 15 luglio 1719 e più recentemente dalle decisioni della Commissione Straordinaria delle acque 7 maggio 1841.