Cinque scuole ‘adottate’ in Tagikistan grazie al contributo dei Consorzi di bonifica dell’Emilia Romagna. E’ il risultato della iniziativa congiunta Urber-Comitato regionale Unicef per alleviare le sofferenze di un paese dove la mortalità infantile è altissima, causata in gran parte da malattie intestinali per l’inquinamento dell’acqua potabile. Grazie allo sforzo economico dei Consorzi di bonifica della regione – che hanno raccolto oltre 15.000 euro – si consentirà a ciascuna scuola adottata la gestione autonoma della propria risorsa acqua.
“Per questo Natale Urber ha voluto dare un segno concreto di moralità destinando risorse impiegate in regali e gratifiche natalizie al sostegno di una delle popolazioni più povere del pianeta. E per la sensibilità dimostrata voglio ringraziare i dipendenti di tutti i Consorzi della regione”, dice il presidente di Urber, Emilio Bertolini. “Il progetto ‘Adotta una scuola’ non solo dà risposte concrete e praticabili ai problemi di una comunità con alti tassi di mortalità infantile, ma contribuisce a promuovere un processo di sviluppo duraturo e rispettoso della cultura locale”. Inoltre, aggiunge Bertolini, “si tratta di lanciare un messaggio forte per veicolare, con risonanza regionale, uno dei valori prioritari dei Consorzi di bonifica: la gestione della risorsa idrica quale bene pubblico fondamentale per la vita e la salute umana”.
“Voglio esprimere ai Consorzi della regione e alla loro unione regionale – commenta Adonella Ferraresi, presidente del Comitato regionale Unicef dell’Emilia Romagna – il nostro più sentito grazie per questa meravigliosa iniziativa. I bambini del Tagikistan vivono in condizioni disperate, nelle case manca l’acqua potabile e quella che si trova spesso è inquinata. Con questa donazione cinque scuole potranno attingere acqua da pozzi messi in sicurezza e controllati grazie a kit chimici. Per tanti bambini si aprono prospettive di un futuro meno disperato”.
La descrizione del progetto: il TAGIKISTAN
• Il Tagikistan, 7 milioni di abitanti, è il paese più povero dell’Asia centrale, quello che socialmente presenta la situazione peggiore tra quelli appartenenti all’ex Unione Sovietica. Un bambino su 12 non arriva a compiere 5 anni: tra le cause di mortalità le malattie intestinali sono dovute principalmente all’inquinamento dell’acqua
Le malattie intestinali vanno prevenute, fornendo acqua potabile e impianti igienici adeguati alle scuole e formando i ragazzi perché partecipino attivamente alla gestione delle risorse idriche ed educandoli all’igiene nel territorio in cui vivono.
Per ogni scuola delle 150 target del progetto, vengono scavati e dotati di pompe uno o due pozzi, e vengono installati gabinetti con doppi pozzi neri (periodicamente svuotabili con riuso delle deiezioni come concime).
Oltre ai test condotti dalle équipe tecniche, vengono forniti dall’UNICEF kit chimici e reagenti per il test della potabilità dell’acqua, che i ragazzi e gli insegnanti delle scuole imparano a utilizzare testando l’acqua del pozzo scolastico ma anche le fonti idriche utilizzate dalle loro famiglie e dai vicini.
Sono gli stessi ragazzi, una volta appreso l’utilizzo dei kit per il test di potabilità dell’acqua, a utilizzarli in autonomia, non solo a scuola, ma anche a casa. Nelle scuole inoltre vengono creati gruppi di ragazzi che lavorano, con manuali forniti dall’UNICEF, su un tema specifico (es. gestione dei rifiuti, pulizia dei gabinetti e dei pozzi neri, igiene ambientale, ecc.) e dedicano un’ora a settimana alla formazione dei propri compagni di scuola.