Sta gradualmente rientrando l’emergenza piena che ha colpito la rete di bonifica nel territorio bolognese dopo le intense piogge dei giorni scorsi.
Come ai primi di ottobre, anche se con fenomeni più ridotti, il sistema di impianti e canali gestiti dalla Bonifica Renana è stato messo a dura prova: “La Renana – dichiara il direttore generale, Agostano Parigi – si è mobilitata con tutti i suoi uomini e mezzi per fronteggiare l’emergenza. Come ai primi di ottobre, grazie ad una serie di manovre idrauliche e all’accensione dei grandi impianti idrovori (Salarino, Vallesanta, Malalbergo…) che scolano la pianura bolognese, abbiamo evitato danni importanti agli insedianti civili e industriali. Le maggiori criticità sono localizzate in alcuni punti della rete dove la dimensione dei canali non consente un efficiente smaltimento delle acque meteoriche”.
Quello del dimensionamento della rete a fronte dell’urbanizzazione è il vero problema: “Nuove case, nuovi centri commerciali vasti come quartieri, nuove zone industriali e infrastrutture pubbliche quali scuole, strade, impianti sportivi, impermeabilizzano il territorio ogni giorno di più. E così aumenta la velocità di scorrimento dell’acqua che piove. I terreni agricoli, all’opposto, la assorbono. Bisogna ringraziare gli agricoltori che (certo non volentieri) si sono tenuti nei campi l’acqua che in molti casi sarebbe finita nei centri urbani”.
Per la manutenzione del territorio (pulizia dei canali, risezionamento, nuove casse di espansione, nuovi impianti idrovori) servirebbero molti più fondi oltre a quelli che il Consorzio incassa dai contribuenti proprietari di immobili: “Il territorio si modifica, le risorse sono sempre più scarse. Tra i soggetti finanziatori, lo Stato è sempre più latitante. La Regione ha fatto un grande sforzo a seguito dell’emergenza del ’96, ma adesso le generali difficoltà della finanza pubblica si sentono anche lì. I Comuni, quando pianificano una nuova urbanizzazione, dovrebbero investire anche nella sicurezza idraulica. Ma questo, in un territorio vulnerabile come il nostro, determinerebbe costi proibitivi e oggettivamente fuori della loro portata. Non possiamo pretendere che facciano i Sindaci ciò che non riescono a fare Enti con spalle assai più robuste. Solo che così gli squilibri si accumulano e ogni volta che piove ormai diventa emergenza idraulica”.
La rete di impianti della Renana è stata progettata ai primi del ‘900 con un ‘tempo di ritorno’ di 100 anni. “Adesso stiamo lavorando attorno ad un nuovo grande progetto, assieme all’Autorità di bacino del Reno, che garantisca il nostro territorio almeno fino al 2100. Una serie di grandi opere del valore di diversi milioni di euro, da finanziare nel giro dei prossimi dieci anni, che garantiranno sviluppo e più sicurezza al territorio provinciale”.