Ferrara, 25 ottobre
Due importanti opere idrauliche del Consorzio di Bonifica 1° Circondario Polesine di Ferrara sono state inaugurate alla presenza di Autorità nazionali, regionali e locali. “Due esempi emblematici – dice il Presidente del Consorzio 1° Circondario di Ferrara, Dino Resca – del continuo aggiornamento delle strutture di bonifica per adeguarle alla rapida evoluzione del territorio e ai mutamenti climatici in atto”. Vediamo le due opere in dettaglio.
L’impianto idrovoro Cittadino, situato nell’immediata periferia della città di Ferrara, nasce dall’esigenza di scolmare rapidamente le punte di portata originate dall’ampliarsi della Zona Piccola e Media Industria e delle relative infrastrutture viarie: la progressiva impermeabilizzazione di aree un tempo agricole e la ricorrenza di eventi meteorici eccezionali per intensità e altezza totale di precipitazione, comportano deflussi crescenti nelle reti di scolo, che denunciano in maniera ormai generalizzata la loro insufficienza. Nel caso specifico del canale Cittadino, i provvedimenti adottati, per ripristinare un grado accettabile di sicurezza idraulica a vecchi e nuovi insediamenti, sono stati il potenziamento del canale stesso e la costruzione di un impianto di scolmo delle piene a monte del sottopasso del canale navigabile Boicelli.
I diversi interventi coordinati su questo nodo idraulico (è in fase di ultimazione il rivestimento di un tratto del canale Cittadino) sono stati finanziati congiuntamente dalla Regione Emilia Romagna, dal Comune di Ferrara e dallo stesso Consorzio di Bonifica, con la partecipazione di una Ditta privata confinante, interessata al tombinamento del tronco terminale, per un valore complessivo di circa 1,8 milioni di euro.
Il nuovo impianto idrovoro Vidara Nord, nei pressi dell’abitato di Mesola, trae origine principalmente dall’esigenza di ovviare agli assestamenti superficiali indotti dalle estrazioni di acque metanifere nel dopoguerra. La maggiore densità di pozzi nell’area di foce del Po ha provocato abbassamenti differenziali più marcati in corrispondenza dei rami deltizi: ciò ha comportato, da un lato, la necessità di imponenti rialzi arginali dei rami fluviali, dall’altro, modifiche di giacitura dei bacini scolanti della zona, con vere e proprie inversioni di pendenza del piano campagna e delle reti idrauliche.
Tale è stata l’evoluzione del bacino Campagne, il cui impianto idrovoro originario della Pescarina è venuto a trovarsi in una posizione non più consona alla efficiente raccolta delle acque di scolo. La mutata giacitura del terreno (verso nord ovest, anziché verso sud est) ha imposto di modificare l’ubicazione dell’impianto idrovoro localizzandolo nel punto divenuto più depresso dell’intero bacino, a ridosso del Po di Goro. La costruzione del nuovo impianto Vidara Nord e del relativo collettore generale (valore complessivo dell’intervento circa 5,3 milioni di euro) andranno accompagnati dal progressivo, completo ribaltamento delle preesistenti reti di scolo, per ottenere l’obiettivo finale dell’unificazione di più bacini e dei numerosi impianti obsoleti e provvisori ancor oggi in funzione.
Un altro importante obiettivo, già parzialmente conseguito e che si perfezionerà con il completamento degli interventi suddetti, è quello di deviare nel Po di Goro, e quindi al largo nell’Adriatico, gran parte dei deflussi di scolo attualmente diretti verso la sacca di Goro. Per questa ragione l’originario finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali è stato integrato da uno stanziamento del C.I.P.E., gestito dalla Regione Emilia Romagna, per il risanamento della sacca di Goro.