6 febbraio 2016 – La questione idrica deve essere centrale per il sistema Paese, perché la carenza d’acqua, risorsa indispensabile per l’84% del made in Italy agroalimentare, è un fattore profondamente economico. Invece, nell’affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici siamo colpevolmente in ritardo: la Direttiva Europea sulle Acque è del 2000; eppure ora siamo in infrazione comunitaria per carenze nella sua applicazione! Bisogna emanare subito i bandi per sbloccare i 300 milioni del Piano Irriguo Nazionale e poi concentrarsi per reperire risorse comunitarie, le uniche oggi concretamente disponibili.”Lo afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto alla Fieragricola di Verona.“Di fronte ai preoccupanti scenari di criticità idrica, che si stanno delineando per i prossimi mesi – prosegue il Presidente ANBI – è necessario istituire subito “cabine di regia” per la gestione dell’emergenza, cercando di contemperare le diverse esigenze a partire dal rispetto delle priorità di legge, nonchè ricordando che l’irrigazione serve a produrre cibo ed a salvaguardare l’ambiente attraverso il rimpinguamento delle falde. Non solo: se il territorio italiano è attrattivo per il turista straniero, in buona parte lo si deve all’agricoltura, che lo mantiene ed alla disponibilità d’acqua, che lo vivifica. Per questo – ribadisce Vincenzi – la questione idrica è un fattore profondamente economico.